Il Lago di Candia è tra le più importanti zone umide del Piemonte perché ospita numerosi uccelli acquatici e una ricca flora idrofila, fra cui alcune specie ormai rare: ciò ha consentito di inserire il Parco nella lista dei biotopi della Regione Piemonte e di classificarlo, ai sensi della direttiva Habitat dell'Unione Europea, come Sito di Importanza Comunitaria; inoltre sono state attivate le procedure per l'inserimento del Lago di Candia nella lista delle aree umide protette ai sensi della Convenzione di Ramsar.
Circa 1.700.000 anni fa, in un'epoca geologica nota come Pleistocene, il clima del nostro pianeta iniziò a diventare più rigido: il livello del mare si abbassò di parecchi metri, anche a causa dell'orogenesi alpina, e le valli montane furono invase da possenti ghiacciai. Uno di questi copriva interamente la Valle d'Aosta e si spingeva verso la pianura piemontese per decine di chilometri. L'azione erosiva svolta dal ghiacciaio nel suo movimento verso Sud accumulò imponenti quantità di detriti lungo i margini frontali e laterali del ghiacciaio stesso e scavò numerose depressioni nella pianura.
Quando la temperatura del pianeta si innalzò nuovamente, il ghiacciaio valdostano si ritirò gradualmente verso Nord e lasciò in vista i bacini del Lago di Candia, di Viverone e di numerosi altri specchi d'acqua del Canavese, circondati dalla cinta di colline che oggi prendono il nome di anfiteatro morenico di Ivrea.
Attualmente il Lago di Candia si trova ad una quota di 226 metri sul livello del mare, ha una superficie di 1,52 kmq ed un perimetro di 5,5 km. La profondità media è di 4,7 metri, quella massima di 7,7 metri. Il lago non è alimentato da corsi d'acqua immissari ma da alcune sorgenti sommerse situate lungo la costa meridionale: ciò fa sì che il tempo di ricambio delle acque sia relativamente lento e stimato attorno ai 6-7 anni.
La flora presente nel Parco è rappresentata da 425 specie, la metà
delle quali è strettamente legata agli ambienti lacustri e palustri.
Camminando lungo le sponde del lago potrete osservare fioriture di
diversi colori: le bianche ninfee (Nymphaea alba) e i gialli nannufari (Nuphar luteum), insieme ai limnantemi (Nymphoides peltata, vedi foto), spiccano sul verde della castagna d'acqua (Trapa natans),
che da alcuni anni è oggetto di interventi di gestione volti a ridurne
l'espansione e a limitare gli apporti di elementi nutritivi al lago.
Inoltrandovi nell'area della Paluetta potrete invece scorgere, tra i cespi di carici (Carex elata) e gli iris palustri (Iris pseudacorus), alcune specie rare quali il trifoglio fibrino (Menyanthes trifoliata), l'utricularia (Utricularia vulgaris), la potentilla palustre (Comarum palustre) e la violetta d'acqua (Hottonia palustris).
Dal punto di vista faunistico la ricchezza maggiore è sicuramente rappresentata dall'avifauna: il lago di Candia è un importante luogo di sosta per gli uccelli svernanti e di passo e numerose sono le segnalazioni storiche di specie accidentali quali il pellicano (Pelecanus onocrotalus), il gobbo rugginoso (Oxyura leucocephala), l'orchetto marino (Melanitta nigra), lo smeriglio (Falco columbarius), la pittima reale (Limosa limosa) e la pittima minore (Limosa lapponica), il piro-piro boschereccio (Tringa glareola) e molte altre.
La presenza all'interno del Parco di due stazioni di inanellamento, di cui una attiva fin dal 1998, ha consentito di approfondire nel dettaglio lo studio delle popolazioni ornitiche strettamente legate all'acqua e al canneto spondale: tra le specie di elevato pregio naturalistico, poiché rare sul territorio regionale e nazionale, ricordiamo l'airone bianco maggiore (Egretta alba) e l'airone rosso (Ardea purpurea), il tarabuso (Botaurus stellaris) ed il tarabusino (Ixobrychus minutus), la moretta (Aythya fuligula), il moriglione (Aythya ferina), il codone (Anas acuta), la canapiglia (Anas strepera), il mestolone (Anas clipeata), la cannaiola verdognola (Acrocephalus palustris) e il migliarino di palude (Emberiza schoeniclus).
I dati relativi agli studi ornitologici condotti (inanellati circa 15.000 esemplari) sono raccolti nella pubblicazione "L'avifauna del Parco naturale provinciale del Lago di Candia - un lago sulla rotta sud-occidentale" di L.Biddau e G. Cattaneo. Accanto alle schede che descrivono nel dettaglio l'areale riproduttivo, lo svernamento, la migrazione, lo status di conservazione europeo, la situazione italiana e piemontese, la diffusione nel Parco e l'ecologia di 55 specie di uccelli osservate in modo continuativo al lago di Candia troverete i risultati dei censimenti condotti e una specifica sezione dedicata ai passeriformi che nidificano nel canneto.
La pubblicazione può essere richiesta contattando l'Ente Parco al numero 011/8615254
Poche e vaghe sono le notizie storiche sulla fauna ittica e la produttività del Lago di Candia. Per certo sappiamo che, fino agli inizi del secolo scorso, grazie all'esistenza di diritti di uso civico per l'esercizio della pesca professionale, la pesca era ancora l'unica fonte di sostentamento per una quarantina di famiglie locali: gli strumenti con cui veniva praticata erano le tradizionali reti, i bertovelli e le antanelle, e il pescato in eccesso veniva venduto sui mercati vicini.
Le specie autoctone, cioè originarie del lago o introdotte in epoche remote, sono la carpa (Cyprinus carpio), la tinca (Tinca tinca), la scardola (Scardinius erythrophthalmus), l'anguilla (Anguilla anguilla) e il luccio (Esox lucius); tra le specie alloctone, provenienti da altre località ed immesse di recente nel lago, troviamo invece il persico trota (Micropterus salmoides), il persico reale (Perca fluviatilis), il persico sole (Lepomis gibbosus) e il pesce gatto (Ictalurus melas) il carassio (Carassius carassiis).
Con Delibera del Consiglio Comunale n.19 del 22 febbraio 2011, il Comune di Candia ha approvato il nuovo regolamento di pesca, frutto di un lavoro congiunto tra Camune, Ente Parco, Provincia di Torino e Consulta pesca di Candia.
L'esercizio della pesca è attuato secondo il presente regolamento in virtù del diritto di uso civico di pesca di cui è titolare il Comune di Candia Canavese e nel rispetto delle esigenze di conservazione dell'habitat naturale in cui è inserito il lago, habitat che è stato riconosciuto patrimonio naturale europeo per cui è necessario adottare misure a livello comunitario per la loro conservazione.
Reintroduzione del luccio (Esox lucius) nel Lago di Candia
Il luccio (Esox lucius) è una specie ittica autoctona del bacino del Lago di Candia. Nell'ultimo decennio la sua presenza si era fatta sempre più sporadica, riducendosi ad un numero esiguo di individui, da non consentire il ristabilirsi di una popolazione numericamente adeguata. Le cause della quasi scomparsa del luccio sono state attribuite alla elevata pressione di pesca e alla degradazione degli habitat (pervietà dei canali che collegano il lago alla palude).
L'assenza del luccio nel Lago di Candia sarebbe stato un elemento negativo dal punto di vista ambientale sia perché specie ittica di pregio faunistico (specie autoctona) sia perché importante anello della catena trofica lacustre (predatore terminale).
Così nel 2009 nasce, per volontà dell'Ente Parco il progetto di "reintroduzione del luccio autocnono nel lago di Candia", mediante la realizzazione di un incubatore artificiale che viene posizionato presso il "centro Visite".
Lo scopo di questo progetto, è quello di ripopolare il Lago di Candia, i canali e la palude con un numero congruo di larve o giovanili (5-7 cm) di luccio ai fini di ricostituire uno stock adeguato. Allorchè lo stock sarà recuperato sarà opportuno rallentare l'attività ittiogenica e attuare misure di controllo e gestione del prelievo per mantenere lo stock a lago.
Il progetto si svilupperà secondo le seguenti azioni:
Per favorire il ripopolamento di lucci, la Provincia di Torino (su indicazione dell'Ente Parco) con atto di Giunta ha vietato la pesca del luccio nel lago di Candia per gli anni 2011 e 2012.
Il Progetto di ripopolamento è costantemente monitorato da tecnici del Servizio "Tutela flora e fauna" della Provincia di Torino, con l'ausilio del personale dell'Ente Parco e da alcuni pescatori.
Dal 2003 i rospi e le rane di Candia
hanno uno strumento sicuro per evitare di essere decimati dalle
automobili in corsa. Il rospodotto provvisorio, allestito per la prima
volta nella primavera del 2002, è divenuto definitivo: non si tratta
più di una semplice barriera plastica per impedire l'attraversamento
della strada ma di un vero e proprio sottopassaggio. Al di sotto della
sede stradale della Provinciale 84 che collega Candia a Vische sono
difatti stati posizionati due tubi di cemento del diametro di 40 cm che
consentono agli animali di migrare dalla collina di Caluso, dove
abitualmente si rifugiano, alle sponde del lago di Candia, la cui acqua
è indispensabile per la riproduzione degli anfibi. Lungo il tratto
stradale interessato dall'attraversamento degli anfibi sono state
collocate, su entrambi i lati delle carreggiate, per una lunghezza di
circa 400 metri, delle barriere costituite da teli plastici (tipo
quelli che si utilizzano per la pacciamatura) opportunamente fissati a
paletti di legno e interrati di una decina di centimetri. Inoltre
all'imbocco dei sottopassi i teli sono sistemati in modo da creare un
invito ad imbuto che facilita agli animali l'ingresso nel tubo.
Le
ultime tre campagne di salvataggio degli Anfibi (2005, 2006 e 2007)
sono state condotte dall'Ente Parco in collaborazione con Legambiente
ed altre associazioni ambientaliste. I risultati delle operazioni
effettuate possono essere qui visionati.
Al termine del 2003 l'Ente Parco ha aderito al Progetto Scoiattolo
proposto dal Dipartimento Valorizzazione e Protezione delle Risorse
Agroforestali dell'Università di Torino e dalla Regione Piemonte. Lo
scopo del progetto è il monitoraggio dello scoiattolo comune (Sciurus vulgaris) e, dove presente, dello scoiattolo grigio americano (Sciurus carolinensis)
al fine di verificare la consistenza delle popolazioni nelle diverse
tipologie forestali e predisporre un Piano d'Azione per la
conservazione della specie autoctona.
Lo studio, ormai giunto al
terzo anno di vita, viene condotto utilizzando una tecnica non invasiva
che consente di valutare la presenza sul territorio delle due specie di
scoiattoli (e, potenzialmente, di altri piccoli roditori): lungo un
percorso ( in gergo tecnico definito transetto) sono state allestite 30
postazioni (definite hair-tube) costituite da un tubo in materiale
plastico, fissato ad una pianta. Su entrambe le estremità del tubo sono
fissate delle placchette, anch'esse di plastica, rivestite con nastro
bi-adesivo. Gli animali, attratti dall'esca alimentare con cui il tubo
è foraggiato, entrano nel tubo stesso, lasciando così alcuni peli, in
genere della coda, sulla placchetta adesiva. Ogni due settimane le
placchette vengono sostituite ed osservate al microscopio: l'analisi
dei peli consente di determinare a quale specie animale appartengono.
Risultati del progetto scoiattolo
Il
progetto ha coinvolto le aree protette piemontesi e altri enti con
competenza territoriale e consentirà di creare una rete in grado di
agire in futuro come "centro per la salvaguardia dello scoiattolo
rosso".
Le attività di controllo numerico delle popolazioni animali aumentate in maniera anomala sul territorio del Parco e causa di gravi danni al patrimonio floristico e faunistico continuano dal 2000 in maniera sistematica. In particolare, In accordo con la Facoltà di Veterinaria dell'Università di Torino e con il CNR - Istituto per lo studio degli ecosistemi di Pallanza - e con l'autorizzazione dell'I.N.F.S., si procede alla cattura di nutrie, cinghiali e corvidi.
I Dati delle Catture (.xls - 17Kb)
Le azioni intraprese proseguono tuttora al fine di conservare gli
equilibri naturali fra le specie tipiche di una zona umida, qual è il
Parco del Lago di Candia.
Dopo un lungo e complesso iter di valutazioni e verifiche, fra oltre 1000 progetti provenienti da tutti i paesi membri, la Commissione Europea ha approvato e parzialmente finanziato, nell'ambito del Programma LIFE Ambiente 2002, il progetto "TRELAGHI - interventi di riduzione dell'eutrofizzazione delle acque di tre piccoli laghi italiani". Il progetto, presentato in collaborazione con la Comunità Montana Val Cavallina (Provincia di Bergamo) e con la Comunità Montana n. 2 Su Sassu - Anglona - Gallura (Provincia di Sassari), si è proposto come strumento utile per raggiungere gli obiettivi di qualità delle acque previsti dalle direttive europee e recepiti dal decreto legislativo 152/99: gli obiettivi prefissati erano la riduzione dell'eutrofizzazione delle acque lacustri, anche attraverso l'impiego di tecnologie ecocompatibli, e l'eliminazione graduale degli apporti di fosfati e nitrati derivanti dalle attività agricole. In particolar modo il progetto ha consentito di realizzare, sul territorio del Parco del lago di Candia, i seguenti interventi:
L'insieme delle azioni intraprese consentirà di migliorare la qualità delle acque del lago di Candia, riducendo soprattutto l'inquinamento da nitrati derivanti da fonti agricole, e di ripristinare habitat in via d'estinzione, quali le paludi, indispensabili per la sopravvivenza di una flora ed una fauna estremamente specializzate.
Per approfondimenti si rimanda al sito ufficiale del progetto: www.life.trelaghi.it
La storia del canottaggio sul Lago di Candia iniziò nel lontano 1893: il punto di riferimento per la prima regata disputata sulle acque del piccolo specchio d'acqua fu lo chalet del Cavalier Frisetti, che allora era l'unica costruzione presente sulle rive del lago. Oggi lo Chalet è ancora lì, ma è stato affiancato da alcune altre costruzioni, tra la quali la struttura comunale che ospita la sede del Parco, l'attività commerciale "Al Cantun del lago" e la Società sportiva "Lago di Candia sport" al cui interno opera la nuova Società di canottaggio "2010 canottieri Candia".
Ogni anno si disputano gare di canottaggio regionali e internazionali e a maggio del 2011 si sono disputati i campionati Italiani Universitari di canottaggio e canoa.
Il Triathlon ha una storia più recente, ma è comunque presente dal 1995 con gare a carattere internazionale e si sono anche disputate gare per l'assegnazione del titolo italiano (2009, 2011 ). Mountain bike e corse campestri sono le altre manifestazioni sportive che annualmente coinvolgono centinaia di atleti.
Dal 2011 è presente anche il "fitwalking" camminata e corsa non competitiva rivolta a tutti.
Gli obiettivi che il Parco si propone di raggiungere sono la tutela
delle caratteristiche naturali, paesaggistiche e storiche del
territorio, la riduzione delle cause di inquinamento e la promozione
del territorio a fini didattico - ricreativi ed economici.
Il Piano
d'Area, adottato dal Consiglio Direttivo dell'Ente di Gestione nel
febbraio del 2002, consentirà di intervenire sul territorio realizzando
una serie di interventi prioritari tra cui:
IL Parco Naturale del lago di Candia è il primo parco provinciale istituito in Italia, con L.R. n. 25 del 1° marzo 1995.
Il Parco è un Ente di diritto pubblico.
Il consiglio Direttivo e così composto:
a) tre membri nominati dalla Provincia di Torino, di cui uno, qualificato in materia ambientale, su designazione del Comune di Candia.
b) due membri designati d'intesa tra i Sindaci dei Comuni territorialmente interessati, di cui uno del Comune di Candia; il C.D. resta in carica 5 anni.
Il Presidente è il Legale rappresentante dell'Ente; presiede il C.D. ed emana gli atti a lui espressamente demandati dalle Leggi o dallo Statuto.
Il Direttore dell'Ente è anche Segretario del medesimo; a lui sono attribuiti i compiti di attuazione degli obiettivi e dei programmi definiti con gli atti di indirizzo adottati dal C.D.
Oggi il Parco del Lago di Candia ha finalmente i mezzi finanziari ed
organizzativi e gli strumenti esecutivi per poter essere operativo. Gli
sforzi degli anni passati hanno consentito di aumentare le possibilità
di fruizione dell'area, secondo i principi di salvaguardia
dell'ambiente naturale e di eco - compatibilità che sono alla base
dell'istituzione del Parco.
All'ampia area attrezzata, dotata di
parcheggio per le auto, posta in località Lido, è stato affiancato il
nuovo Centro Visite, inaugurato il 25 maggio 2002, in occasione della
Giornata Europea dei Parchi, e la nuova sede operativa del Parco,
presso la Società Canottieri.
Nuovi sentieri natura e nuove piste ciclabili sono state realizzate.
Una seconda stazione di inanellamento è stata realizzata lungo il
sentiero che parte del Centro Visite e costeggia la Palude. Il nuovo impianto è costituito da 20 reti per un
totale di 240 metri lineari, suddivise in 3 stazioni di cui una
all'interno della Palude. L'attività di osservazione e inanellamento è
agevolata dalla prsenza di due capanni di lavoro sistemati lungo il
percorso. La vicinanza del Centro Visite, inoltre, consente di
realizzare una vera e propria stazione didattica dove i ragazzi in
visita al Parco possono facilmente prendere parte alle attività di
ricerca degli ornitologi.
Le visite guidate possono poi concludersi
con un piacevole giro in barca da cui ammirare il lago da una diversa
prospettiva: l'imbarcazione a motore può ospitare fino a 18 persone ed
è attrezzata per l'accoglienza dei disabili.
Inoltre, il progetto LIFE, ha consentito di realizzare nuovi sentieri
che tagliano la palude in senso trasversale, consentendone una visita
più agevole, ed ulteriori zone allagate che piano piano vengono
colonizzate da fauna e flora acquatiche, portando alla creazione di
nuovi ecosistemi umidi.
Nei prossimi mesi sarà realizzata una passerella sospesa che,
attraversando la palude, consentirà ai visitatori di conoscere un
habitat spesso trascurato e di godere di una bella visuale sul lago.
Per quanto riguarda le attività promozionali per la diffusione della
conoscenza del Parco e degli ecosistemi che ospita, l'Ente di Gestione
partecipa attivamente a manifestazioni fieristiche, organizza convegni
e seminari di studio, provvede alla realizzazione di materiale
divulgativo e scientifico quali cartine, opuscoli informativi, articoli
e pubblicazioni di argomento tecnico - naturalistico, nonché gadgets
quali cappellini con il logo del parco e magliette raffigurante
elementi caratteristici della natura del Parco (tinca, rospo, airone
rosso e ninfea).