Dalle pendici del Monte Santo Stefano, i tetti di Candia si affacciano
sul Lago. Il panorama offerto è maestoso: da una parte lo sguardo
spazia verso la pianura con le colline del Monferrato, i colli di
Superga e della Maddalena, alle spalle di Torino, e sullo sfondo il
profilo perfetto del Monviso; verso nord, invece, i verdi rilievi del
Canavese con la Serra d'Ivrea si stagliano contro le Alpi del Mombarone
e del Gran Paradiso.
Su queste terre, durante il XIII ed il XIV
secolo, il vescovo Conte di Ivrea, il Marchese di Monferrato ed il
Principe d'Acaja furono protagonisti di numerosi scontri: l'antica
Torre di Castiglione ed il Castello di Candia restano a testimonianza
di lotte e contese per la conquista del territorio.
Anche l'architettura di culto vanta antiche origini: la chiesa di Santo
Stefano al Monte, del XI-XII secolo, sorge probabilmente sulle rovine
di antichi luoghi di culto pagani, e la Pieve di San Michele ha origine
tardo romana.
Molto più recente è il primo nucleo del Palazzo Comunale che risale al
XVII secolo: le modifiche apportate nel corso degli anni hanno ampliato
ed arricchito l'edificio originario che oggi è costituito da una serie
di locali che si affacciano su una piccola piazzetta. In un angolo
della piazzetta si può ancora osservare un'antica ghiacciaia rotonda
che i pescatori di Candia utilizzavano per conservare il pesce pescato
durante la stagione calda: questo sistema, semplice ma ingegnoso,
consentiva loro di commercializzare il prodotto durante tutto l'anno.
L'origine di Mazzè risale probabilmente ai primi insediamenti che i
Liguri crearono nel X secolo a.C. sulle loro strade di transumanza. Nel
corso dei secoli su questo territorio si avvicendarono Celti, Romani,
Barbari, Longobardi e Franchi: solo nel 1110 la famiglia Valperga, con
l'investitura del titolo di Conte ad uno dei suoi membri, legò
indissolubilmente il suo nome a quello di Mazzè. L'attuale struttura
del Castello si deve proprio ai Conti di Mazzè, ma il nucleo
originario, con la cripta e l'ara recentemente riportate alla luce,
risalgono al periodo celtico.
Il complesso, che oggi ospita
matrimoni, mostre e convegni, è in realtà costituito da due castelli:
quello piccolo edificato nel XIII secolo, e quello grande, ricostruito
nel secolo scorso secondo lo stile architettonico medioevale. Nei
sotterranei è possibile visitare il Museo della Tortura che ospita una
collezione di oggetti e strumenti utilizzati dalla Santa Inquisizione e
provenienti in gran parte dalla Spagna.
Il percorso si snoda tra i sotterranei romani e la cisterna d'assedio
del II secolo a.C., la cripta celtica, l'antro degli eretici, la
cappella funeraria del XV secolo e le prigioni e la ghiacciaia del XVI
secolo.
L'origine del primo nucleo di Vische risale al 420 d.C.: i barbari del
Nord, tra cui gli Allobrogi e gli Svevi, si stabilirono nell'Italia
Settentrionale e costituirono alcuni centri abitati tra il Lago di
Candia, la Dora ed i boschi circostanti. L'ipotesi che il nome di
Vische derivi da un'antica parola tedesca (Quitsken) che significa "il
guizzo del pesce" sembra piuttosto probabile: la pesca doveva infatti
costituire, insieme alla caccia, la principale fonte di sostentamento
di questi popoli. Una delle frazioni fu in seguito denominata Viscano:
la finale del nome, come Cigliano ed Albiano, ne evidenzia l'origine
romana.
Durante il Medioevo Vische fu prima feudo ecclesiastico del
Vescovo di Ivrea e poi laico, in mano ai Signori di Barone, a Filippo
d'Acaja, ai Marchesi di Birago. Infine, nel XX secolo, tutti i
possedimenti dei Birago vennero lasciati all'ospedale Amedeo di Savoia
che, dopo la prima guerra mondiale, ne propose l'acquisto ai contadini
che da generazioni vi avevano lavorato: in questo modo le cascine ed i
terreni, appartenute da sempre ai feudatari e ai ricchi Signori,
diventarono proprietà degli agricoltori vischesi.
Le numerose architetture rurali disseminate sul territorio, le decine
di cappelle votive e tabernacoli ancora oggetto di culto e devozione,
le forme del paesaggo agricolo restano a testimonianza delle vicende
storiche ed economiche che caratterizzarono lo sviluppo di Vische.