Presentato il Progetto sulla Vite Silvestre nel Parco Naturale del Monte Fenera
(Borgosesia, 20 Dic 10) Una folla numerosa è accorsa venerdì all'Istituto Alberghiero di Gattinara, ospite di Alessandro Orsi, per conoscere i primi risultati dello studio sulla Vite Silvestre del Monte Fenera
La neve non ha affatto scoraggiato né i relatori giunti da Milano né i viticoltori e appassionati dell'area novarese e vercellese che sono stati ricevuti nell'accogliente sala conferenze dell'Alberghiero, accompagnati dal professor Casarotto e da due allieve dell' Istituto.
Ai saluti del padrone di casa, il preside Alessandro Orsi, sono seguiti i ringraziamenti della Presidente dell'Ente Parco, Oliviera Calderini, per la fiducia accordatale alla firma della Convenzione con l'Università degli Studi di Milano, quando ancora non si era certi di un risultato positivo. La prof. Calderini ha voluto sottolineare il plus-valore della vicinanza delle viti con il più importante sito archeologico per la presenza umana in Piemonte .
Mauro Bettini, guardiaparco dell'Area Protetta, è il coordinatore del progetto per quanto riguarda i contatti tra i partners; in veste di moderatore ha introdotto lo studio, spiegando il ruolo dei collaboratori e gli obiettivi principali; quindi si è entrati nel vivo del tema con Pier Mario Travaglia e Barbara Ravizzoli. Questi due giovani, un forestale e una naturalista, hanno descritto l'habitat in cui è presente questa rarità botanica, svolgendone il puntuale censimento dei soggetti presenti sul Fenera. L'analisi delle ricerche genetiche è stata invece affidata a Barbara Biagini: la Ricercatrice dell'Università di Milano, con un intervento dal taglio piuttosto scientifico, ha proposto una panoramica della presenza delle Viti Selvatiche in Italia, confermando l'appartenenza genetica di quelle localizzate in Valsesia.
Il Professor Osvaldo Failla, Docente della Facoltà di Agraria, ha concluso gli interventi tecnici raccontando il processo di domesticazione della Vite e le possibilità di avanzamento nella ricerca.
La straordinarietà di tale studio è stata colta e subito sostenuta da Alessandro Francoli che in chiusura ha sintetizzato i possibili sbocchi del progetto, esponendo le idee proposte in questi mesi da vari soggetti. Fra il pubblico, questi erano rappresentati dai viticoltori e dai tecnici agrari delle colline novaresi, dagli insegnanti dell'Istituto Agrario Bonfantini, da alcuni Amministratori locali e da coloro che seguono gli scavi archeologici sul Monte Fenera.
Alessandro Francoli ha rimarcato che la presenza della Vite Selvatica è innanzitutto un fatto culturale e tutti gli operatori, ciascuno per il proprio ambito, possono valorizzare l'intero territorio. L'Ente Parco deve essere il coordinatore di questo processo per tutelare e garantire il corretto utilizzo della Vite Selvatica e si auspica che il convegno sia un punto di partenza per nuove sinergie, in un'ottica di sviluppo sostenibile!