Il territorio del Parco, ricadente totalmente nell'ambito del Comune di
Cumiana, si estende per circa 820 ha ad una quota tra i 500 e i 1450 m
ed è caratterizzato da una forte impronta ambientale anche se
l'intervento dell'uomo è ben visibile, ma sicuramente non invasivo. La
vegetazione è degna di nota poiché, oltre alle specie arboree tipiche
dell'ambiente di transizione tra collina e montagna, si ritrovano
alcuni esemplari di specie mediterranee. Tra le specie floristiche si
annovera la presenza del giglio di San Giovanni, del giglio martagone e
della endemica Campanula elatines. Particolarmente ricca la
fauna che comprende specie di montagna e di pianura: capriolo, gallo
forcello, scoiattolo, tasso e salamandra.
Un'articolata rete di
sentieri permette varie possibilità di passeggiate, escursioni e sport
in mountain bike e le pareti di Rocca Sbarua sono una celebre palestra
di arrampicata.
Arrivando nella conca di Cumiana, si viene accolti da uno scenario sempre diverso, con sfumature di colori, profumi e luci che tendono ad evolversi continuamente.
In primavera il sottobosco esprime il suo massimo splendore,
con i colori delle primule, della polmonaria, della pervinca e con i
tappeti bianchi e rosa di anemoni e dente di cane. Con lo scioglimento
della neve, sui pendii del Monte Freidour emergono i crocus bianchi e
viola, poi le genziane, genzianelle e diverse specie di orchidee. A
maggio si viene accolti dall'aroma inebriante delle gaggie (Robinia pseudoacacia),
seguite poi dai castagni e, nel sottobosco, fanno capolino i delicati
mughetti. A giugno è invece il profumo intenso del tiglio a predominare
e appaiono i minuscoli fiori bianco-gialli del Melampyrum pratense.
D'estate maturano i frutti, sia quelli coltivati dall'uomo (pesche,
mele, uva) sia quelli del bosco come mirtilli, more e lamponi.
In
autunno i visitatori possono ammirare la miriade di colori delle
pendici dei versanti, spesso in contrasto con il cielo azzurro. In
questa stagione il bosco è percorso da persone in cerca di funghi
(soprattutto i prelibati Boleti ed i Reali) e castagne.
Infine
anche l'inverno trasmette un suo fascino, con le rocce ai bordi dei
ruscelli rese lucide dal primo ghiaccio e la neve che accentua il
contrasto di colori con i piccoli frutti rossi che spiccano qua e là
nel sottobosco.
La
vegetazione arborea, facendo una sommaria divisione in base alla quota,
all'esposizione ed al tipo di terreno, è costituita da castagno,
faggio, robinia, frassino, carpino, rovere e farnia, ma troviamo anche
esemplari di pino silvestre, tiglio, acero, sorbo, maggiociondolo,
betulla, ciliegio, pioppo. In prossimità della Casa del Parco, situata
in zona Pradera dei Picchi, una vasta area è stata riforestata negli
anni 1920-30 usando pino nero d'Austria, pini marittimi e larici. Vera
rarità è un esemplare di Quercus crenata, nei pressi di San
Valeriano, mentre in un'area particolarmente calda ed esposta (località
Roc, sopra Villanova), sono presenti alberi e cespugli di leccio, altra
essenza mediterranea.
Qualche specie protetta è presente nello
strato erbaceo: benché molto rari, fioriscono ancora in luoghi
difficili da raggiungere il Giglio di San Giovanni (Lilium bulbiferum), il Giglio martagone (Lilium martagon), l'Anthericum liliago, il Daphne mezereum. Un endemismo di quest'area è la campanula piemontese (Campanula elatines), che cresce tra le rocce soleggiate della Rocca Due Denti.
Nei boschi gli incontri improvvisi con grandi animali, come caprioli e
camosci, costituiscono sempre dei momenti molto emozionanti, quasi
magici, specie poi se per qualche istante è possibile incrociare uno
sguardo pieno di sorpresa. Quest'area è caratterizzata da notevoli
presenze faunistiche dovute in parte anche a ripopolamenti effettuati
in anni passati a fini venatori.
Nel territorio di Cumiana si possono osservare:
Le montagne che formano con i loro versanti la conca del Chisola sono
costituite quasi totalmente da rocce piuttosto omogenee come gli gneiss
formati da feldspato potassico, quarzo e plagioclasio, con quantità
subordinate di mica ed epidoto. Esse appartengono all'unità strutturale
del Massiccio del Dora-Maira che è composto da rocce metamorfiche di
vario tipo, alcune di origine sedimentaria, altre di origine magmatica,
sia intrusive che effusive. Questo complesso di rocce si è formato
milioni di anni prima del sollevamento delle Alpi ed è stato coinvolto
nell'orogenesi della catena alpina, durante la quale ha subito
trasformazioni più o meno intense (metamorfismo) che gli hanno
conferito quell'insieme di caratteri che ora possiamo osservare.
I tipi litologici più diffusi nel Massiccio del Dora Maira sono, oltre
agli gneiss, i micascisti ai quali sono associati quarziti, marmi ed
anfiboliti (o metabasiti).