Il Parco pur comprendendo un territorio di eccezionale significato naturalistico presenta paesaggi, valori e situazioni altamente differenziate. I visitatori possono pertanto effettuare interessanti escursioni guidate, sia storiche che naturalistiche, alla scoperta dei quattro settori principali in cui è suddivisa l'area protetta, ovvero dei versanti: dell'Alto Nera e delle sue guaite; di quello fiorito, di quello della magia, di quello sacro.
Il versante dell'alto Nera e delle sue Guaite
La
tradizione vuole che Visso, oggi sede del Parco Nazionale, sia stato
fondato ben 907 anni prima dell'era di Roma e che, dal suo
riconoscimento come libero comune e fino alla invasione napoleonica
fosse diviso in cinque distretti chiamati "Guaite" che comprendevano
anche Castelsantangelo ed Ussita Un territorio ricco di castelli e
torri di vedetta, che ancora oggi caratterizzano la struttura di
numerosi centri abitati, edificati dai valligiani per difendersi dalle
ripetute incursioni dei Saraceni. Dal punto di vista naturalistico, in
quest'area risultano interessanti le Gole della Valnerina scavate
dall'impetuoso fiume Nera, che sono percorribili con l'auto e il
massiccio montuoso, di aspetto dolomitico, del M. Bove, dove si possono
rinvenire tutte le associazioni vegetali, d'alta quota, tipiche dei
Sibillini.
Comprende la zona più settentrionale del parco con i prati di Ragnolo
dove, nel periodo estivo si possono osservare splendide fioriture di
orchidee, liliace ed altre interessanti specie come la fritillaria
dell'Orsini, il narciso o l'astro alpino.
Nella valle del
Fiastrone, impressionante Forra scavata dalle acque, si trova la Grotta
dei Frati antico e suggestivo eremo dei monaci Clareni, dell'anno
mille. Risalendo lungo il fiume, a monte del lago di Fiastra dove si
rispecchiano le vette dei monti circostanti, si può raggiungere la
suggestiva valle dell'Acquasanta con le sue splendide cascate e la
Grotta dell'Orso, toponimo che testimonia la passata presenza di questa
specie anche sui Sibillini.
I Sibillini nel medioevo erano conosciuti in tutta Europa come regno di
demoni, negromanti e fate. Fra le numerose leggende, le più famose sono
quelle della Sibilla, "l'illustre profetessa" che viveva in una grotta
sita sull'omonimo monte e quella di Pilato secondo la quale il corpo
esanime del famoso procuratore romano, fu trascinato da alcuni bufali
nelle acque rosseggianti del "demoniaco" lago sito nell'alta incisione
valliva che attraversa longitudinalmente il massiccio del Vettore.
Poco distante si trova la Gola dell'Infernaccio, in cui aleggiano
ancora i ricordi di antichi riti negromantici e suggestivo esempio
dell' erosione operata dal fiume Tenna sui calcari della zona. In tutto
questo settore unitamente a belle faggete d'alto fusto, vegetano alcune
specie rare come la stella alpina e la genziana ed è possibile
incontrare anche il lupo, l'astore e l'aquila reale.
Cuore di questo importante settore del parco è Norcia, patria di S.Benedetto patrono d'Europa, famosa per il suo splendido centro storico, la piazza con la chiesa (XIV-XVIII secolo) dedicata al Santo, il Duomo (XVIII secolo) ed altri interessanti edifici storici. Da qui partono le escursioni: alle "marcite", originale sistema di irrigazione permanente dei prati realizzato, secondo alcuni, sin dai tempi dei Monaci Benedettini ai Piani di Castelluccio, che sono costituiti da due ampie piane di origine carsica, in mezzo alle quali si erge l'omonimo centro abitato; all'Abbazia di S. Eutizio (18), fondata alla fine del V° D secolo e divenuta famosa per la capacità dei monaci di curare i malati con le preziose e medicamentose erbe dei Monti Sibillini.
L'origine di alcuni centri abitati del Parco va ricercata nel ruolo svolto, fin dalla preistoria, dalle popolazioni e dalle genti che qui transitavano per scopi di lavoro (la transumanza), di culto (i pellegrinaggi) e di potere (le guerre). Moltissime sono le testimonianze di popolazioni che hanno abitato questo il territorio già prima della fondazione di Roma, e che qui hanno lasciato i segni preziosi delle loro culture. Ma l'impronta maggiormente visibile è indubbiamente quella medievale, come testimonia la struttura urbanistica di gran parte dei Comuni del Parco.
Compatti, austeri e isolati, numerosi centri abitati si organizzano infatti, in quel periodo, all'interno di mura fortificate con torrioni e porte di accesso ubicate attorno alle principali strutture del paese, come la chiesa, il palazzo nobiliare e la piazza. Chi viveva in zone isolate si dotava invece di vere e proprie "case fortezza" come testimoniano i numerosissimi esempi di: case torri, nuclei murati e villae.
Un'interessante chiave di lettura per ricostruire la storia delle genti che qui hanno vissuto è data dalla capillare presenza nel Parco degli edifici di culto.
Questo territorio estremamente suggestivo ha costituito da sempre un luogo privilegiato sia dalle comunità religiose, che vi hanno realizzato centri importanti di vita ascetica, quali le abbazie e i monasteri, sia dagli eremiti che trovarono, sulle alte vette o nelle forre, l'isolamento per la meditazione e le montagne per compagnia.
Molti piccoli centri sono stati inoltre luoghi di spiritualità e, nello stesso tempo, punti nodali per la diffusione delle tradizioni, della religione, delle arti e dei mestieri. Un esempio emblematico è rappresentato dall'Abbazia di Sant'Eutizio, a Preci, in cui si sviluppò la Scuola Chirurgica, diffusasi poi in tutta Europa a partire dal XVI secolo.
Dalle numerosissime chiese romaniche, alle forme bramantesche dell'imponente Santuario di Macereto, alla Basilica di San Benedetto, costruita sui resti della casa natale del Santo, nel territorio del Parco è possibile scoprire una patrimonio culturale veramente straordinario che ci permette di rivivere la storia e ripercorrere quella fitta rete di vie della fede che Santi, monaci e umili pellegrini, hanno tracciato.