Il Progetto Integrato Territoriale, strumento fondamentale del Parco Regionale del Partenio, ha l'obiettivo di creare condizioni di Sviluppo Sostenibile del territorio, attraverso la conservazione, la valorizzazione, la promozione e la fruizione delle risorse naturalistiche, ambientali, storico-religiose e culturali dell'area protetta. Infatti la Progettazione Integrata che si basa sul principio della concentrazione delle risorse, in un ambito ben definito, attivabili mediante una serie di azioni, sia materiali che immateriali, concertate e integrate è finalizzata ad assicurare adeguato sviluppo locale in funzione della vocazione territoriale.
Il Parco regionale del Partenio istituito nel 2002, occupa una
superficie di 14.870,24 ettari e comprende 22 Comuni, variamente
distribuiti sull'ambito territoriale, sia nella parte appenninica del
Partenio, che nelle valli adiacenti, Valle Caudina e Valle del Sabato e
vallo di Lauro Baianese. I centri urbani, in prevalenza appartenenti
alle province di Avellino e di Benevento, sono dislocati soprattutto
nella fascia pedemontana e le strade che li collegano formano un
circuito che circonda l'intero complesso montuoso del Partenio. Il
territorio compreso nel Parco Regionale del Partenio è caratterizzato
dalla dorsale Monti del Partenio, individuata come Sito d'importanza
comunitaria- S.I.C. sulla base del D.M. 03.04.2000, che si stende, con
una tipica configurazione allungata, per oltre 25 Km. La dorsale è un
sistema montuoso calcareo con pendici incise da valloni piuttosto
profondi, che ne solcano i fianchi, portando a valle le acque piovane e
le acque di sorgente. Il territorio dell'intera area interessata dal
Parco del Partenio è caratterizzato in massima parte da boschi; ampio
spazio trovano le coltivazioni arboree ed erbacee e aree a pascolo.
L'area è sottoposta quasi integralmente a vincolo idrogeologico. Ampie
parti dell'area protetta sono soggette, inoltre, a vincolo paesistico.
La catena del Partenio rappresenta una vera e propria isola
biogeografica, un polmone di verde e di natura. Il Parco Regionale del
Partenio presenta favorevoli condizioni di accessibilità rispetto a
tutti i capoluoghi di provincia. Il territorio è servito da molteplici
vie di comunicazione regionali, dai tracciati autostradali
(Caserta-Salerno e Napoli-Bari), dalla via Appia (SS 7) a nord, dalla
statale 7 bis a sud e dalla linea ferrata (tratto Benevento-Napoli e
Avellino-Napoli).
L'area Parco è caratterizzata da numerosi sentieri, che partendo dai
centri urbani, si sviluppano tra i boschi di castagno e faggio e
conducono a luoghi dalla valenza naturalistica rilevante.
Il Partenio venne alla luce 3-4 Milioni di anni fa, tra il Pliocene ed il Quaternario.
I primi colonizzatori dei Monti del Partenio sembrano essere stati popoli appartenenti alla Civiltà Appenninica.
Sul territorio del Partenio si insediarono due dei rami del popolo Sannita:
Il Partenio diventò punto di contattato tra queste genti.
Nel territorio del Parco si consuma uno dei più famosi episodi storici: la sconfitta dei Romani ad opera dei Sanniti e l'episodio delle Forche Caudine, quando i primi furono umiliati e costretti a passare sotto il giogo delle lance sannite.
Nei vari Comuni del Parco del Partenio sono state scoperte diverse testimonianze della Civiltà Sannita. Altrettanto numerose sono le testimonianze, ancora esistenti, come l'anfiteatro di Avella, del periodo Romano.
La catena del Partenio, lunga 30 chilometri, si colloca al centro della
Campania, a nord-ovest della città di Avellino, e tra il Monte Taburno,
a nord-ovest, ed il complesso dei Monti Picentini a sud-est. Il sistema
montuoso può considerarsi costituito da almeno tre dorsali di diverse
dimensioni, allungate tutte da est a ovest e separate da profondi
valloni, con corsi d'acqua a regime torrentizio. Le cime maggiori sono
Montevergine (1480 metri), Monte Avella (1598 metri) e Monte Ciesco
Alto (1357 metri).
Il Bacino imbrifero maggiore è quello del Fiume
Calore, che percorre l'area a Nord del Partenio. Il territorio è
comunque, percorso da una rete di piccoli torrenti a sviluppo limitato.
Il rio Vergine confluisce presso Avellino nel rio Finestrelle,
affluente del Fiume Sabato. Il bacino del torrente Corvo è situato da
sud a nord tra le province di Avellino e Benevento. Il bacino montano
che alimenta i Regi Lagni ha sede nel territorio del Parco ed è
costituito dalle acque del torrente Clanio, interessando le province di
Avellino, Napoli e Caserta. Sul versante nord, inoltre, si origina il
Fiume Isclero, affluente di sinistra del Volturno. Altro torrente è il
Torrente Caudino.
La maggior parte dei piccoli corsi d'acqua, originati da sorgenti
montane, presenta percorsi sotterranei, data la natura calcarea delle
rocce.
Interessanti anche alcune forre e sbalzi d'acqua come le Cascatelle e la cascata di Acquapendente.
Da un punto di vista geologico il complesso del Partenio è costituito
da sedimenti carbonatici della successione mesozoica, ricoperti da
sporadiche placche di sedimenti terziari e da una estesa copertura di
materiali piroclastici, originari del vicino complesso vulcanico del
Somma - Vesuvio.
Si notano numerosi fenomeni di carsismo superficiale (doline, campi
solcati, ecc.) e profondo, con numerose manifestazioni speleogenetiche,
specialmente sul versante meridionale.
Di notevole interesse le varie grotte presenti sul territorio. Nel solo
versante nolano, ad esempio, sono state individuate 25 cavità.
Tra le più interessanti la Grotta degli Sportiglioni, le Grotte di
Camerelle, di San Michele Arcangelo sul lato sud del Partenio, e la
Grotta di Mattiuccio e Grotta Candida sul lato nord.
Dal punto di vista geologico, ma anche scientifico, non vanno
sottovalutati i fenomeni fossiliferi del Partenio. In varie parti del
territorio, in presenza di rocce calcaree, è facile rinvenire
Stromatoliti, Migliolidi, Nerinee, Diceratidi, Spiroline, Brachiopodi,
Radiolari, Rudistacee.
Esistono zone, spesso lungo i corsi d'acqua, in cui è possibile
rinvenire fossili di Gasteropodi e Lamellibranchi come Murex,
Brandaris, Deodora italica, Cardium, Pecten, Chlamis.
Il suolo del Partenio è formato per buona parte da materiali
piroclastici, da materiali, cioè, di origine vulcanica, provenienti dal
vicino complesso vulcanico del Somma - Vesuvio. Si tratta di suoli
particolarmente fertili. Sui pendii più impervi, dove maggiore è il
dilavamento meteorico, affiorano invece le piattaforme calcaree. Ci
sono anche suoli argillosi e suoli a struttura calcarea e mista, questi
ultimi situati soprattutto nella fascia sud del territorio.
Simbolo
della bellezza floristica del territorio è il Giglio Martagone che,
nella grazia e nell'eleganza del suo essere, si mette in mostra in
quello scrigno di biodiversità che è il Partenio. La varietà climatica
unitamente a quella morfologica del suolo, particolarmente fertile per
la presenza di materiali vulcanici, calcarei ed argillosi, ha favorito,
nel corso degli anni, lo sviluppo di ecosistemi diversificati e
complessi ampiamente popolati da una ricca varietà di flora e di fauna.
Seguendo un gradiente altitudinale, alle quote più basse si trovano i
centri abitati, i coltivi e il biotipo della macchia mediterranea.
Salendo in quota, la lecceta si mischia ad altre querce caducifoglie
che, ancor più su, prendono il sopravvento unitamente al castagno. Le
faggete presenti alle quote più alte, cedono, infine, spazio a lunghe
distese prative, utilizzate anche a fini pascolativi, nei punti più
elevati della catena montuosa. Numerose le specie di interesse
naturalistico presenti a queste quote come il Garofano selvatico, la
Viola dell'Etna, la Viola tricolore, la Crepis, il Narciso, l'Asfodelo,
il Trifoglio, la Poa e l'Armeria.
Nei pressi di torrenti e corsi d'acqua è facile rinvenire il Pioppo,
nelle variegate specie (nero, bianco e tremulo), l'Ontano napoletano,
il Carpino e l'Acero di Lobelius.
La flora rupestre ospita Sassifraghe, Edraianto, Campanula, Centaurea,
Valeriana, Asperula, Dafne, Pimpinella. Ben 33 sono le varietà di
Orchidee presenti nel Parco
Le erbe nella storia del Partenio
L'uso delle erbe, a scopo curativo, voluttuario ed aromatico è antico quanto il mondo. Con molta probabilità esso risale ed è intimamente legato alla nascita della vita sulla terra. Esiste una storia "locale" delle piante officinali e del loro uso. Una tradizione che sul Partenio lega il proprio nome alla famosa Abbazia di Montevergine, all'operosità dei Padri Benedettini, al loro sapiente uso dei vegetali nella produzione di prodotti galenici sin dal sec. XII e di Liquori a base di erba a partire dal 1882. Immersi da sempre nella natura viva, circondati da boschi, foreste, pianori dalla cui asprezza e verginità derivò il nome del monte, i Padri seppero adattarsi a vivere in questi luoghi e riuscirono ad utilizzare i prodotti, che la natura generosamente offriva, a vantaggio della salute umana, senza mai arrecare danni all'ambiente circostante. Questa loro opera, tramandatasi nei secoli ed opportunamente adattatasi ai tempi, portò alla creazione delle apposite strutture, necessarie a proseguire la tradizione al servizio, anche, delle popolazioni locali. A tutti è ben nota la famosa Farmacia Benedettina del palazzo abbaziale di Loreto.
Il simbolo dei vegetali officinali del Partenio è La Matricaria Partheniurn L. o Anthemis del Partenio. Si tratta del principale ingrediente del più famoso liquore prodotto dai Padri Benedettini di Montevergine, l'"Anthemis", dal profondo colore verde e dalle qualità tonico-stomachiche. L'Anthemide del Partenio, una volta comunissima suI territorio, è diventata una pianta rara, di cui va evitata la raccolta e va attivata ed incoraggiata la protezione. E' una pianta simile alla camomilla comune, sua stretta parente. Steli alti circa 16 cm, foglie di colore verde grigiastro lunghe intorno ai 9 mm. e larghe non più di 1 -2 mm. Capolini fiorali dal colore giallo intenso, intorno ai 15 per singola pianta, con diametro compreso tra i 3 e di 4 cm. ad apertura avvenuta. Ha ristretto la sua presenza alle zone calcaree più alte del territorio tra i 1000 ed i 1400 mt. Fiorisce tra giugno e luglio. Ha un odore, allo sfregamento, fortemente penetrante e sapore variamente amarognolo. Ha proprietà antinfiammatorie, aperitive, digestive, emmenagoghe, febbrifughe, sedative, toniche. Contiene lo stesso principio attivo delle altre camomille: l'azulene.
Passeggiando tra la natura rigogliosa del Partenio è facile imbattersi in specie faunistiche di assoluto pregio.
Nel Parco sono presenti, ad esempio, ben 11-12 razze di anfibi,
localizzati presso torrenti, risorgive, pozzi e canali. Alcune di esse
rivestono un pregevole interesse conservazionistico come la
Salamandrina dagli occhiali ed il Tritone italico.
Di grande pregio e rara bellezza è, anche, la Salamandra pezzata dalle
vistose macchie gialle, l'Ululone dal ventre giallo - un simpatico
rospetto che inarca il ventre, esibendo, quando è minacciato, una
vigorosa colorazione giallastra - il Rospo smeraldino oltre alla
Raganella italica.
Tra le numerose varietà di rettili allo stato naturale, va menzionata
la Testuggine palustre europea. Immancabile la presenza di mammiferi:
numerosi gli esemplari di Martora, di Tasso, di Volpe, di Faina e di
Donnola che popolano l'ambiente, mentre il Lupo dell'Appennino è
presente solo con qualche raro esemplare. Per gli appassionati di
birdwatching il Partenio riserva innumerevoli sorprese: si possono,
infatti, ascoltare il tamburellare del picchio rosso e del picchio
verde o ammirare sulle vette il volteggiare dei grandi rapaci come la
Poiana, il Corvo imperiale ed il Falco pellegrino. Protetti, nell'Oasi
del WWF, sopravvivono vari esemplari di Gufo reale.
Dal punto di vista climatico il Parco presenta un profilo altamente
variabile, dovuto alla vicinanza del mare. In quota la piovosità
registrata è una delle più alte del territorio nazionale, con ben 2200
millimetri annui e 121 giorni di pioggia. Nelle zone più basse il
valore scende, e a volte anche di molto. I mesi più piovosi sono
novembre, dicembre e gennaio. Nelle aree montane del Parco non
esisterebbero periodi secchi in quanto anche nei mesi estivi si
registrano fenomeni piovosi. Diversa è la situazione nelle zone più
basse, dove in estate si registra, invece, una quasi totale assenza di
precipitazioni.
Le temperature oscillano tra i 17 e i 26 gradi
centigradi, a secondo dell'altitudine, nel mese di luglio (il mese più
caldo), mentre la temperatura media di gennaio (il mese più freddo) è
di 0°, con oscillazioni in negativo che dipendono dall'altitudine. La
neve fa la sua comparsa, anche copiosa, nei mesi invernali nelle zone
in quota. I venti dominanti, infine, sono quelli che spirano da NE,
seguiti da quelli che spirano da SW, tirrenici e quindi apportatori di
precipitazioni.