Dedicato alla Madonna nera (cosiddetta Mamma Schiavona), è situato sul monte Partenio, a 1270 m slm, ed è raggiungibile anche mediante la funicolare. Il Santuario conserva uno splendido museo, con reperti archeologici ed una mostra permanente di presepi provenienti da tutto il mondo. Veneratissima l'immagine duecentesca della Madonna, dipinta da Pietro Cavallini. Di pregevole fattura è l'organo monumentale del 1896.
Cinto da un ampio cortile e da un curatissimo giardino, il palazzo è la sede invernale dell'Abate di Montevergine. Nella struttura, riedificata nel 1735 su disegno del Vaccaro - allievo di Vanvitelli - sono custoditi arazzi fiamminghi cinquecenteschi, una farmacia con una collezione di oltre trecento vasi in maiolica, una biblioteca con un importante archivio di oltre settemila pergamene nonché documenti imperiali e vescovili.
In esso si possono ammirare i ruderi recentemente restaurati del suggestivo castello medioevale, distrutto da uno spaventoso incendio nel 1656. All'ingresso del borgo è visibile l'unico tratto delle antiche mura che un tempo lo circondavano: la Porta dei Santi, sulla cui sommità è possibile ammirare un affresco raffigurante San Martino, San Fiorentino e San Flaviano.
Realizzato su disegno dell'Abate verginiano Vignatelli, si compone di cinque statue rappresentanti viandanti che si dirigono verso il Santuario di Montevergine.
Elevata sui ruderi del castello, tra la fine del XIII e l'inizio del XIV sec., è stata recentemente restaurata nel rispetto dei particolari dell'epoca, riproponendo i materiali e le tecniche costruttive preesistenti, con la ricomposizione della struttura muraria e la ricostruzione dei solai lignei.
Fondato nella seconda metà del sedicesimo secolo su una preesistente cappella costruita dagli eremiti Giulio da Nardò e Giovanni Figuera, il santuario era caratterizzato dal dato peculiare che cuore dell'Istituto non fosse il chiostro, come per le altre congregazioni religiose, ma le celle, espressione delle severe prescrizioni della regola coronese.
Su di essa sono visibili i ruderi del castello medioevale che in origine presentava due corpi di fabbrica, un sistema di camminamenti costituiti da ripide scale ricavate nella roccia e da alcuni bastioni murari.
Di notevole pregio storico e artistico, fu eretto intorno al 1300 da Guglielmo Della Leonessa. Nato come insediamento fortificato, è stato in seguito trasformato, diventando la residenza signorile prima dei Caracciolo e poi dei Cocuzza. Il castello era dotato di cappella privata, i cui arredi vennero donati alla congrega del SS. Rosario
Il dislivello altitudinale del territorio dell'Oasi, compreso tra gli 800 e i 1598 m s.l.m. dei Monti di Avella, comporta una complessità vegetazionale notevole, con elementi della flora mediterranea alle quote più basse e boschi di faggio a quelle più alte. L'ossatura geologica è di natura prettamente calcarea. Dalle sorgenti d'acqua, tra cui la fonte di "Acqua delle Vene", sgorga ottima acqua oligominerale. È dotata di un rifugio con possibilità di pernottamento, di diversi sentieri per il trekking e di un percorso natura attrezzato per le scuole con un'aula didattica all'aperto.
Situato in posizione strategica e panoramica a 400 metri di altitudine, il castello è strutturato su due livelli e conserva splendide pitture parietali. Sorto in epoca longobarda, è stato ristrutturato durante l'età normanno-sveva e, nonostante i tanti rifacimenti avvenuti nel corso dei secoli, ha mantenuto parte dell'originaria fisionomia di fortezza medioevale.
Recentemente restaurato, conserva ancora l'originaria pianta quadrata,
alcuni tratti delle mura e il donjon (la torre principale).
Di notevole valore artistico e storico in quanto funge da testimonianza della complessa istituzione feudale.
Posto ai piedi del massiccio del Partenio, a 2 km dal centro abitato,
fu costruito nel XVII sec. In origine era il castello De Rotundis,
ceduto successivamente ai frati Cappuccini che lo trasformarono in
Convento e lo abitarono fino al 1800. La chiesa, anche se piccola, è
molto raccolta. Il pavimento è in cotto napoletano.
L'altare, al centro della cupola, accoglie il trono con la Madonna.
Edificato nel XVII sec., inizialmente utilizzato a servizio dei fondi rustici, fu poi utilizzato come residenza signorile. Il palazzo si sviluppa lungo tutto l'asse viario di via Roma per una lunghezza di circa ottanta metri. Nel cortile interno, lastricato in pietra da taglio e perimetrato da una successione di archi e da pittoreschi loggiati, è possibile ammirare un magnifico arco in pietra travertina.
Situata ai piedi del monte Castello, presenta una torre campanaria a pianta quadrangolare costruita interamente in pietra e conci tufacei, il cui ingresso è costituito da un portale in pietra.
Edificata nel XVII secolo, presenta una facciata a capanna abbellita da un portale lapideo. Agli angoli è possibile notare lesene architettoniche, mentre due finestre rettangolari si dispongono ai lati di un pannello maiolicato policromo con la figura del santo. Sulla destra dell'abside si eleva l'alta torre campanaria con finestroni archivoltati, orologio civico e tipica terminazione a cipolla
Eretto dai Longobardi a difesa del Ducato di Benevento, il castello divenne feudo baronale e passò da un dominio all'altro. Della cinta muraria, più volte distrutta, si vedono ancora i possenti ruderi.
Eretto su uno spuntone di roccia sul monte Sant'Angelo a Palombara, a circa 600 m di altitudine. La chiesa, a due navate, custodisce due statue in legno, raffiguranti S. Michele e la Madonna della Libera. Nelle angustissime celle è possibile ammirare gli affreschi di Santa Caterina di Alessandria.
Di origine longobarda, segna il termine della "Valle di Suessola". Durante la seconda guerra mondiale fu utilizzato come sito di accampamento e di osservatorio dalle truppe americane.
Splendida foresta mista di querce, castagni e faggi. Ospita un vivaio regionale ed aree attrezzate per la sosta. È gestita dalla regione Campania.
Posizionata tra gli ulivi della collina omonima, risale al XVI secolo. L'edificio è a navata unica, con campanile e facciata ornata da pannelli di maiolica raffiguranti la Madonna, il Bambino, S.Antonio, S.Biagio e S.Maria.
Eretto dalla famiglia Colonna nel '500, è arricchito da un giardino ispirato allo stile "vanvitelliano", in cui si erge un secolare platano.
Di origine carsica, fu sfruttata dai monaci eremiti come chiesa rupestre e contiene affreschi che risentono dell'influsso bizantino.
Edificato durante la dominazione longobarda, venne successivamente ricostruito e potenziato dai Normanni, dagli Svevi, dagli Angioini e dagli Aragonesi. Costituisce, con le tre cinte murarie e l'alta torre cilindrica, la sintesi delle tecniche costruttive militari in Campania. La posizione strategica del fortilizio difensivo consente tuttora di godere di un suggestivo panorama.
Costruito tra il I e il II sec. d. C., è uguale per dimensioni a quello di Pompei. Situato in località S. Pietro, è tuttora ben conservato nel suo impianto originario, con l'arena di forma ellittica e le strutture murarie in opus reticulatum.
Di notevole imponenza, la necropoli monumentale comprende quattro mausolei funerari che risalgono all'epoca romana.
Edificata nel XVIII sec. a seguito della realizzazione della via Nazionale delle Puglie, ora Strada Statale 7 bis, lungo cui si sviluppò il paese. Nell'unica navata interna si conserva ancora l'originario altare maggiore in stile barocco.
Articolato secondo un impianto basilicale a tre navate, con transetto, abside e campanile; la facciata esterna, coerente con la decorazione interna, è realizzata in forme neoclassiche, ricca di lesene, capitelli ionici, cornici e cornicioni dentellati.
Edificato verso la metà del XIX secolo sui resti dell'antico castello feudale dei Caracciolo, è caratterizzato dalle tre torri merlate a pianta quadrata e da un rigoglioso parco con maestosi alberi secolari. L'edificio è dotato di un antico portale in pietra e di una cisterna del XVI secolo.
Il palazzo baronale, edificato nel XVI secolo ad opera della nobile famiglia Pagano, probabilmente sulle rovine dell'antico castello medioevale, venne ricostruito nel XVIII secolo. Il palazzo, a pianta quadrata con cortile centrale, è costituito da oltre cinquanta vani, ed è dotato di un giardino pensile, alberi secolari e fontane.
Costruito nel 1641 per custodire le reliquie della Martire, vissuta ai tempi dell'imperatore Diocleziano. La splendida facciata del Santuario presenta una cupola con una piccola torre cilindrica ed è corredata da due torri quadrate gemelle. Molto bello il portale in bronzo.
Eretto sulla cima del colle di S. Martino, è circondato da una pineta recintata e attrezzata. Di notevole importanza strategica, questa fortezza venne rimaneggiata da Federico II di Svevia, dalla casata angioina e da quella aragonese. Di esso è possibile ammirare parte delle mura perimetrali, una torre a pianta circolare, l'ingresso principale ed un artistico camino.