Un paesaggio tra argille e arenarie
Le rupi boscate presenti nel territorio protetto contrastano con le ampie aree sottostanti, dolcemente prative e calanchive. L'accostamento di morfologie collinari tanto dissimili è legato alla peculiare ossatura geologica dell'Appennino Emiliano, caratterizzata dal contatto tra rocce a diverso grado di erodibilità.
I complessi argillosi
Le argille che affiorano nel territorio del parco appartengono ai tipici complessi rocciosi, in prevalenza argillosi, che caratterizzano gran parte dell'Appennino emiliano. Particolarmente significativo é il loro assetto caotico, reso evidente dal colore variegato, in cui argille e altre rocce appaiono mescolate assieme.
Le arenarie dei Sassi
Le particolari arenarie che hanno originato gli imponenti torrioni dei Sassi sono composte da granuli molto grossolani, che si possono distinguere bene anche osservando un campione a occhio nudo: sulle superfici scabre, spesso nascosti da chiazze bianche di licheni crostosi, spiccano i granuli di quarzo grigio chiaro e di aspetto vetroso, e si possono distinguere quelli feldspatici bianco latte, mentre più rare sono le particelle scure di altri piccoli frammenti rocciosi.
Sito di Interesse Comunitario e Zona di Protezione Speciale ai sensi della direttiva "Habitat", al Parco è possibile osservare una notevole varietà di ecosistemi che ospitano un'ampia biodiversità: boschi, radure, rocce, grotte, corsi d'acqua.
Tra gli invertebrati spiccano il Gambero di fiume e il Lucanus cervus. La Lasca, il Vairone e il Cobite sono da segnalare per le specie ittiche.
Gli anfibi vedono varie specie di tritoni quali il Geotritone tipico del margine di grotta, il Tritone alpestre e il Tritone crestato, oltre a varie specie di rane come la appenninica e la dalmatina.
Tra i rettili il Colubro di Riccioli è presente con l'unica stazione segnalata per la Provincia di Modena.
Ampia la varietà di uccelli con oltre 80 specie nidificanti tra cui il Falco pellegrino, il Succiacapre, il Calandro e l'Ortolano.
Più di 40 sono le specie di mammiferi tra cui il Capriolo, il Tasso, la Volpe, l'Istrice e varie specie di chirotteri. Sporadicamente è segnalata la presenza del lupo.
Il paesaggio vegetale mostra una sapiente e metodica azione dell'uomo: i prati stabili attraversati da filari di ciliegi e piantate, i seminativi e le vigne hanno nel corso dei secoli occupato le aree a minore pendenza e meglio esposte, relegando i boschi nei punti meno favorevoli. Un elemento di transizione è la presenza di lembi di castagneto da frutto, con piante anche secolari.
In tali aree oltre al castagno compaiono la Ginestra dei carbonai, la Felce Aquilina e, più localizzati, il Brugo Arboreo. Ben rappresentato è il livello arbustivo con Ginepro, Sanguinello, Biancospino e diverse leguminose (Ginestra odorosa, Citiso a foglie sessili e Vescicaria).
Nel cuore dell'Area Protetta il bosco sfuma in una macchia arbustata dove affiorano le dirupate pareti arenacee dei Sassi. L'elevata pendenza, la scarsità di suolo, e le ampie escursioni termiche limitano la vegetazione a una copertura rada e discuntinua, con piante che spesso presentano precisi adattamenti alla vita rupicola: tra le più comuni Ginestra, Ginepro, Elicriso e, particolarmente abbondante sulle pareti a sud, l'Erica arborea che in primavera si copre di piccoli fiori bianco perlacei. Sulle rocce compaiono anche alcuni alberi: Castagni ma soprattutto Roverelle e Ornielli, con esemplari dalla chioma ridotta e dal tronco contorto, oltre a diverse specie del genere Sedum.
Tipiche di questi ambienti sono anche specie aromatiche come Assenzio e Timo. La morfologia dei Sassi determina una grande diversità nelle condizioni microclimatiche, sui versanti più ombrosi e umidi vegetano il Faggio e il Mirtillo solitamente presenti a quote molto più elevate.
Un recente censimento ha evidenziato la presenza di 760 specie, distribuite in 88 Famiglie. La più ricca è quella delle Composite (dal fiore composto di tanti fiorellini, come la margherita) con ben 96; seguono le Leguminose (che ne comprendono un'ampia gamma, anche importanti per l'alimentazione, come i fagioli, le lenticchie, ecc.), con 65 e le Graminacee (tra le più ricche della nostra flora con fiori organizzati in spighette come l'orzo, l'avena, il grano, ecc.) con 63.
Le piante protette dalla Legge regionale del 1977 sono risultate 48 di cui 26 Orchidee, su un totale di circa 160.
Pur nelle limitate dimensioni, il Parco vanta la presenza di oltre il 31% dell'intera flora regionale. Tra le specie di maggior interesse da segnalare alcune particolarmente rare per l'Emilia-Romagna tra cui Muscari negletum, Bibens frondosa, Vicia sparsiflora.
Altre specie interessanti segnalate sono le orchidee. Tra le più rare rinvenute troviamo Orchis tridentata, presente in una sola stazione, e Orchis provincialis che pur essendo non rara in Italia è stata inserita nella Convenzione di Berna tra le specie a rischio.