Il territorio protetto, che risulta ricompreso tra la via Flaminia a sud e ad est, la provinciale Campagnanese a nord e la via Cassia ad ovest, riguarda il cosiddetto Agro Veientano, dominato dalla città etrusca di Veio e caratterizzato da componenti naturalistiche, paesaggistiche e storico-culturali.
Nell'ambito dei confini del Comune di Roma esso copre una superficie di circa 7.000 ettari, ma vede coinvolti anche i comuni di Campagnano di Roma, Castelnuovo di Porto, Formello, Magliano Romano, Mazzano Romano, Morlupo, Riano e Sacrofano per un'estensione di circa 15.000 ettari. Morfologicamente il comprensorio del parco, delimitato ad est e ad ovest dai crinali percorsi dalle consolari, è costituito da altipiani in tufo utilizzati a coltivazioni agricole, da valloni a volte scoscesi, scavati da fossi (il fosso della Crescenza, il fosso della Valchetta , e quello della Torraccia, che si immettono nel Tevere) e da pendici ricoperte da folti boschi rimasti ancora allo stato naturale, tutti elementi caratteristici della struttura geomorfologica dell'Etruria Meridionale.
In relazione alle differenziazioni paesaggistiche dell'area veientana, che scaturiscono dalla varietà dell'assetto geomorfologico del territorio, delle sue caratteristiche microclimatiche, nonché dalle vicende storiche che per secoli hanno influito sull'utilizzo agro-silvo-pastorale dei terreni, è possibile distinguere spazi naturali-seminaturali e spazi antropici prevalentemente agrari ed urbani dove la vegetazione è spesso caratterizzata da specie coltivate ed essenze ornamentali. Negli spazi naturali e seminaturali, generalmente diffusi dove l'andamento morfologico del suolo non ha favorito l'estendersi delle colture, sono presenti formazioni boschive a dominanza di querce caducifoglie ed arbustive a dominanza di biancospino, corniolo e rovo. Le varie tipologie di fitocenosi presenti rispondono alla diversa natura dei suoli, al grado di umidità, all'esposizione ed all'andamento morfologico del territorio.
Velata da un diffuso alone di mistero, la civiltà etrusca ha sempre attratto studiosi e curiosi per un formidabile mix di cultura ed esotismo. Sebbene l'avanzamento degli studi abbia contribuito a diradare quell'affascinante alone che offuscava l'origine, la lingua e la scomparsa di questa civiltà, il fascino degli etruschi è rimasto pressoché immutato.
La civiltà etrusca rappresenta una formidabile esperienza di progresso socio-culturale basato sul rapporto con altri popoli. E' nello scambio che gli etruschi si arricchirono, sia economicamente che culturalmente, assimilando moltissimi aspetti da civiltà diverse, soprattutto orientali, tanto da far ipotizzare già in età antica una possibile provenienza da est di questo popolo. Fulcro dell'archeologia del Parco è quindi senza dubbio l'area archeologica dell'antica città etrusca di Veio, ma il territorio è ricco di testimonianze anche dei secoli successivi: la conquista romana del territorio prima, con i resti degli lastricati stradali delle antiche vie Flaminia e Cassia, le numerose necropoli e tombe, le lussuose dimore di illustri personaggi della vita politica romana, e successivamente la fase delle "lotte baronali" medievali testimoniata da torri e castelli.
Il Parco rappresenta un'area di notevole valore da un punto di vista faunistico. Tra i mammiferi più interessanti presenti ricordiamo numerosi mustelidi quali la faina (Foina martes), la martora (Martes martes), la donnola (Mustela nivalis) ed il tasso (Meles meles); diffusa è la volpe (Vulpes vulpes) mentre più raro risulta l'istrice (Hystrix cristata).
Particolarmente ricca è l'erpetofauna, presenti il biacco (Coluber viridiflavus), la vipera (Vipera aspis), il saettone (Elaphe longissima), il cervone (Elaphe quatorlineata) che giustifica la presenza di numerosi rapaci che nidificano nei costoni tufacei: il nibbio bruno (Milvus migrans), la poiana (Buteo buteo) osservabile per lo più in zone aperte, lo sparviero (Accipiter nisus) in zone boscate, l'albanella minore (Circus pygargus) che nidififca nelle zone erbose e coltivate, molto comune infine è il gheppio (Falco tinnanculus).