Nei pressi di Imola, lungo la valle del torrente Correcchio sopravvive una preziosa testimonianza dell'antico paesaggio della prima fascia collinare. Sullo sfondo alla recente espansione urbana, il compatto manto boscato della Frattona conserva un buon grado di naturalità. Il substrato peculiare che caratterizza l'area è geologicamente denominato sabbie di Imola, dette nell'Ottocento "sabbie gialle" per la presenza di ossidi di ferro, formatesi in mare circa un milione di anni fa e che hanno restituito interessanti fossili di animali e piante. Giuseppe Scaravelli, antesignano della geologia italiana, a partire dal 1840 indagò il territorio e rinvenne preziosi reperti comprendenti resti di grandi mammiferi terrestri e utensili del Paleolitico inferiore, oggi conservati a Imola nel museo dedicatogli.
La fauna della riserva è quella tipica della fascia collinare a ridosso della pianura, anche se l'ambiente forestale maturo favorisce presenze più ricche e diversificate rispetto alle zone coltivate o ai boschi cedui.
Tra i mammiferi lo scoiattolo è quello più facilmente avvistabile, mentre altri roditori (ghiro, moscardino, topo selvatico) conducono un'attività strettamente notturna; solo l'arvicola rossastra può a volte essere osservata di giorno.
Piuttosto comuni sono la lepre, il riccio e i minuscoli toporagni. L'area è frequentata anche da carnivori come volpe, tasso, faina, puzzola e donnola, con un po' di fortuna, può capitare di scorgere il capriolo, in progressiva espansione dopo le reintroduzioni in Appennino. L'indagine svolta finora ha permesso di attestare la presenza, nella Riserva, di sette specie di pipistrelli.
Nei boschi maturi trovano rifugio quelle specie di uccelli che vivono in questi ambienti ormai rari e localizzati. Fra le specie di uccelli annoveriamo certamente i picchi: picchio verde, picchio rosso maggiore o altre specie che dipendono durante la fase riproduttiva, dai buchi scavati dai primi.
Il picchio verde e il picchio rosso maggiore, scavano nei tronchi e nei grossi rami per estrarre larve ed adulti di insetti xilofagi e per creare ampie cavità, con uno stretto foro di entrata, dove nidificare al riparo dai predatori.
La copertura arborea che occupa quasi per intero la superficie della riserva è solo apparentemente omogenea. A una indagine più approfondita, il bosco si presenta, infatti, come un mosaico: nelle diverse zone mutano esposizione e pendenza dei versanti, disponibilità di luce, spessore e caratteristiche del terreno, umidità, natura e intensità dell'intervento umano; e cambia, di conseguenza, la copertura vegetale.
La fascia più meridionale, soprattutto dove il bosco è limitato dai coltivi, si sviluppa su un pianoro luminoso e, nei mesi estivi, piuttosto secco. La zona è occupata da una belle fustaia di giovani querce dove dominano roverella e rovere, pressochè indistinguibile per la presenza di numerosi ibridi, alle quali si accompagnano con varia frequenza altre specie.
Il Bosco della Frattona si estende quasi per intero sulla destra idrografica del Rio Correcchio, un affluente del Sillaro, che ne costituisce il confine naturale verso nord, a quote comprese tra 80 e 140m s.l.m.
L'esposizione è prevalentemente a nord, solo un piccolo lembo risale il versante opposto e risulta relativamente più caldo. La morfologia dell'area è strettamente legata alle unità litologiche affioranti. Infatti nel versante esposto a sud, dove prevalgono sabbie gialle tendenzialmente cementate, il pendio è piuttosto acclive; al contrario, nel versante ad esposizione settentrionale, i litotipi risultano meno cementati e il pendio degrada più dolcemente. Alcune rotture di pendenza sono imputabili alla presenza di lembi di alluvioni cementate e ad incisioni minori.