"Allu Burghittu se non fosse pe' li frutti se sarianu morti tutti", questo vecchio adagio, con poche ed efficaci parole, esemplifica l'importanza assunta nel corso degli anni dalle castagne nell'ambito dell'economia locale. La coltura del castagno ha da sempre infatti caratterizzato il paesaggio della valle del Turano e del Salto, grazie alle condizioni pedoclimatiche favorevoli. La castagna già dal VIII secolo entrò a far parte della dieta delle popolazioni del territorio, integrando e sostituendo i cereali invernali e primaverili caratterizzati da basse rese. All'indomani della conquista normanna, nella metà del secolo XII, vennero impiantati nelle valli nuovi castagneti da frutto che ridisegnarono completamente il paesaggio. Anche il castagno da legno, utilizzato come elemento fondamentale delle strutture degli edifici, venne largamente diffuso. La zona del Cicolano divenne così importante per il commercio di pali di castagno lavorati a mano e di vasi vinari.