(Varallo, 11 Gen 11) L'arrivo dei Magi, saggi venuti dall'oriente seguendo uno strano fenomeno astrologico, è raccontata dall'evangelista Matteo. Giunti a Betlemme dopo una sosta a Gerusalemme, da Erode, re della Giudea, per chiedergli dove potevano trovare il re che era nato e di cui avevano visto sorgere la stella, guidati dalla cometa raggiunsero il luogo dove era nato Gesù, lo adorarono e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. Non tornarono da Erode che aspettava da loro notizie e, infuriato, fece uccidere tutti i bambini di Betlemme minori di due anni.
La scena raffigurata nella cappella dell'Arrivo dei Magi al Sacro Monte rispetta l'iconografia tradizionale, con il Mago più anziano, Melchiorre, alla guida del corteo, che si toglie il cappello in segno di saluto e di omaggio, il più giovane, Gaspare, lo segue, e Baldassarre, scuro di pelle, in fondo, ai cui piedi è accucciato uno scudiero intento a sfilargli gli speroni. I tre giungono a cavallo, con stallieri e qualche soldato.
Nei presepi tradizionali i Magi si inginocchiano davanti al Bambino offrendogli i doni, presenti la Madonna, Giuseppe, angeli e pastori. Qui al Sacro Monte troviamo solo il corteo, perché l'adorazione dei pastori (illustrata solo con sculture) trova posto in uno spazio separato, nella grotta al centro del complesso, nella zona più antica costruita ad imitazione della Terra Santa. E' qui che si dirige il corteo dei Magi.
La cappella dei Magi fu allestita qualche anno più tardi, dopo la Crocifissione, costruendo un nuovo spazio architettonico, estraneo al modello della Palestina, ampio, ove Gaudenzio illustrò l'episodio con statue e pitture insieme. L'artista dipinse sul muro uno straordinario corteo, con una molteplicità di figure, anziani, bambini, soldati e cortigiani a cavallo, che completano, in un insieme affollato e festoso, la scena in terracotta. Il restauro degli affreschi, realizzato dall'abate Malvezzi a fine '800 con una vernice a base di cera, aveva offuscato le pitture, rendendole quasi illeggibili. Oggi il nuovo intervento condotto dalla Riserva regionale grazie al sostegno della Compagnia di San Paolo è riuscito a recuperare quasi integralmente i dipinti (si sono perse solo le parti danneggiate dall'umidità) e ha ricomposto lo scenario ambientale del racconto: il corteo percorre vallate montuose, canyon e prati con scene bucoliche. Sulle sculture si sono recuperati i colori originali dell'abbigliamento sontuoso e raffinato. Anche le code e le criniere dei cavalli e le capigliature e barbe dei personaggi in terracotta sono state oggetto di restauro, grazie alle chiome offerte dai donatori che hanno aderito alla campagna della Riserva e alla fedele collaborazione del parrucchiere Giuseppe di Borgosesia. Il restauro è opera della èquipe di Pietro Dalla Nave, con la direzione operativa di Alessandra Perugini, direzione lavori di chi scrive e di Cristiana Lombardi e l'alta sorveglianza di Massimiliano Caldera.