La realizzazione del Sacro Monte si deve all'opera di celebri architetti (G. Alessi. B. Alfieri), pittori e scultori (G. Ferrari, Giovanni D'Enrico, Tanzio da Varallo, M. Prestinari, il Tabacchetti, il Morazzone). Il complesso devozionale è per data di fondazione (1491) il più antico dei Sacri Monti e, per significato artistico e religioso, uno dei più importanti.
L'area entro il recinto sacro si presenta suddivisa in due zone ben distinte. La prima, densa di piante e di verde, è organizzata come un giardino punteggiato dalla presenza delle varie cappelle. La seconda zona, sulla sommità, preceduta dalla Porta Aurea, è costituita da palazzi arricchiti da portici che si affacciano nelle due piazze del Tempio (la piazza religiosa) e dei Tribunali (la piazza civile), nell'intento di riproporre la città di Gerusalemme.
Una monumentale porta di ingresso si apre all'interno delle mura che delimitano il recinto antico, sottolineando le analogie fra il Sacro Monte e le città storiche. La cinta muraria e la porta segnavano il confine fra lo spazio sacro, destinato alla preghiera e al raccoglimento, e l'area circostante.
L'antica chiesa del Sacro Monte, costruita a fine Quattrocento, dedicata alla Madonna Assunta, era situata dove oggi sorge l'Albergo "Casa del Pellegrino" e con il tempo e l'accresciuta fama del Sacro Monte risultò insufficiente.
Nel 1614 si iniziò la nuova chiesa con le donazioni di Agostino Beccaria, un nobiluomo di Pavia, e le elemosine dei pellegrini. Dapprima si edificò il coro, ultimato nel 1642, dove, con una cerimonia solenne, venne trasportata dalla chiesa vecchia la statua lignea della Madonna dormiente, una delle più antiche del Sacro Monte, già documentata nel 1498, attribuita a Gaudenzio Ferrari, oggi conservata nello scurolo.
Lungo l'antica strada pedonale che sale dalla chiesa della Madonna delle Grazie al Sacro Monte si dispongono cinque cappelle.
La cappella della Pianaccia, in basso, era decorata in stile rococò da Antonio Borsetti, ma fu ridipinta da Andrea Bonini a fine'800. Il paliotto dell'altare è di Giuseppe Antonini (1885).