(Varallo, 06 Set 11) Sarà lo Stabat Mater di Antonio Vivaldi che, sabato 10, alle 18, presso l'oratorio del Sepolcro, al Sacro Monte, darà l'avvio alla stagione culturale della Riserva regionale, seguito da brani di G.F.Haendel e Francesco Durante a cura dell'Ensemble Carlo Coccia di Novara (contralto Romina Tomasoni).
Sabato 17 settembre alle 17 e 30 la chiesa della Madonna delle Grazie si aprirà, invece, la nona edizione dei "Week end d'arte a Varallo" che vedrà in prima battuta fronteggiarsi i due più qualificati studiosi del rinascimento piemontese e lombardo, Giovanni Romano e Giovanni Agosti. L'occasione, una vera primizia, è la presentazione dell'ultimo libro di Giovani Romano, Rinascimento in Lombardia. Foppa, Zenale, Leonardo, Bramantino, edito da Feltrinelli, freschissimo di stampa (in libreria dal 7 settembre).
L'autore non ha bisogno di presentazioni per il pubblico valsesiano. E' professore emerito di Storia dell'arte moderna dell'Università di Torino dove ha insegnato anche Storia della critica d'arte e Storia dell'arte medioevale formando generazioni di allievi. E' stato a capo della Soprintendenza per i Beni artistici e storici del Piemonte a Torino ed ha curato numerose mostre monografiche, territoriali e sulle collezioni museali piemontesi, oltre a numerosissimi saggi e articoli.
Giovanni Agosti, formatosi presso la Scuola Normale Superiore di Pisa, è docente di storia dell'arte moderna presso l'università degli Studi di Milano, curatore della memorabile mostra monografica dedicata a Mantegna presso il Museo del Louvre di Parigi nel 2008.
L'incontro si svolgerà in un duetto tra i due esperti. Agosti introdurrà il volume e dialogherà con l'autore riportando il discorso su temi più cari agli appassionati di arte valsesiana.
Il libro affronta la storia dell'arte del nostro rinascimento partendo dai suoi protagonisti, Foppa, Zenale, Leonardo e Bramantino (fondamentali per la formazione di Gaudenzio) dall'insediamento del duca Francesco Sforza e dalla Pace di Lodi (1454) alla definitiva scomparsa del ducato sforzesco con la morte di Francesco II nel 1535. Il volume segue i momenti più significativi della loro presenza milanese, ma ricompone anche il contesto figurativo e gli intrecci culturali che caratterizzano uno dei momenti più alti e promettenti della storia dell'arte lombarda. Sfilano sotto gli occhi del lettore lo sfolgorante itinerario formativo di Vincenzo Foppa, dalla Padova di Mantegna alla cappella di Pigello Portinari in Sant'Eustorgio; l'affermazione umanistica di Bramante e di Bernardo Zenale, architetti e pittori, in una Milano che forgia un suo particolare Rinascimento "senza Roma", fantastico e iperdecorato; a Leonardo che crea l'Ultima cena delle Grazie, primo capolavoro della "maniera moderna", sotto lo sguardo stupefatto dei colleghi lombardi, legati a una diversa tradizione figurativa, che in parte ne saranno travolti, e in parte 'contagiati'. Bramantino, a chiusura, inventa un suo peculiare canone umano, di lunare e geometrica evidenza, che suggestionerà tanta parte della pittura nell'Italia settentrionale, dal Piemonte di Gaudenzio Ferrari al Veneto di Lorenzo Lotto. Con l'occhio affinato e la sua ampia esperienza Romano rimette ordine in un campo di studi viziato da vecchie e nuove convenzioni restituendoci profili artistici rigorosi ed emozionanti primi piani della società lombarda in anni vicinissimi e fondamentali per l'avvio del Sacro Monte.