La Riserva Naturale di Tuscania, istituita nel 1997 con la L.R. 29, si
estende per 1901 ha, compresi interamente nel comune di Tuscania.
L'Ente Gestore è la Provincia di Viterbo che, in collaborazione con il
Comune di Tuscania, la gestisce con le finalità di garantire e
promuovere la conservazione e la valorizzazione del territorio e delle
risorse naturali e culturali dell'area, tutelare e recuperare gli
habitat naturali, conservare le specie animali e vegetali, promuovere
lo sviluppo economico e sociale delle comunità locali interessate e
valorizzare le risorse naturali a fini educativi e ricreativi.
Il
territorio della Riserva è prevalentemente collinare, si passa infatti
dai valori massimi di 224 m s.l.m. della località di San Savino (parte
nord della Riserva) ai valori di 170-190 m, del centro urbano di
Tuscania e a valori minimi di 30-40 m, lungo il fiume Marta e nelle
zone all'estremo Sud del territorio. L'orizzonte è inciso da solchi e
forre di notevole valenza paesaggistica, ricche di vegetazione, in cui
scorrono il Marta ed i suoi affluenti. Dappertutto restano segni del
passato, concedendoci in alcuni punti, le strutture dei tipici paesaggi
di questa parte dell'Italia, che accoglie la rigogliosa asprezza della
Maremma Laziale interna, i declivi della Maremma Litoranea e le
successioni di piani e gole dell'Etruria interna viterbese.
La Riserva "ospita" al suo interno ben due Siti di Importanza Comunitaria (SIC): il SIC IT6010020 Fiume Marta (alto corso) ed il SIC IT60100036 Sughereta di Tuscania, individuati e perimetrali dalla Comunità Europea per la presenza di habitat e specie "a rischio" e per questo considerate aree di particolare interesse naturalistico.
Il corso del Marta rappresenta comunque il cuore della Riserva. Lungo il fiume, soprattutto nel tratto settentrionale, rimangono ampie fasce di vegetazione igrofila e ripariale: pioppi, ontani, salici e fasce di canneto.
Fauna
Cinghiale | Istrice | Martin Pescatore |
Moscardino | Volp |
Flora
Corniolo | Biancospino comune | Biancospino selvatico |
Fusaggine | Orniello | Caprifoglio |
Prugnolo | Cerro | Leccio |
Sughera | Rosa selvatica |
L'intera Provincia si sviluppa prevalentemente su di un territorio edificato dall'attività esplosiva di tre importanti complessi vulcanici: quello Vulsino, il più settentrionale e dominato al centro dalla vasta depressione lacustre di Bolsena, quello Vicano, con al centro il Lago di Vico e quello Cimino, subito a sud-est del capoluogo. La bellezza e la ricchezza dell'intera provincia sono strettamente legate alla natura geologica del suo territorio che offre, oltre ad inaspettati spunti paesaggistici, un terreno in cui il vulcanismo ha regalato abbondanza di elementi rendendolo particolarmente prezioso per lo sviluppo dell'agricoltura.
L'area
compresa all'interno della Riserva consiste nella porzione del
territorio di Tuscania più ricca di evidenze archeologiche.
La zona
che presenta la maggior quantità di testimonianze storiche importanti,
anche ai fini della fruizione turistica, é, ovviamente, quella
costituita dal centro storico basso medievale di Tuscania e dalle
colline di Rivellino e S. Pietro, famose anche per gli eccezionali
complessi architettonici delle chiese di S. Maria Maggiore e S. Pietro.
Il territorio risulta denso di testimonianze archeologiche di età
etrusca e romana. La maggior parte delle evidenze presenti nel
territorio è costituita da "aree di frammenti fittili" e da tombe a
camera, isolate o raggruppate in necropoli anche molto ampie che si
trovano sui pianori limitrofi alle valli del Marta e del Maschiolo e
dei loro affluenti o nelle zone dove le suddette valli si allargano in
pianure abbastanza ampie.