La sughereta di Tuscania è un bosco puro di quercia da sughero (Quercus suber) che si estende per circa 40 ettari, nella zona nord-est dell'area protetta, in parte lungo la strada provinciale che congiunge l'abitato di Tuscania alla città di Viterbo. E' un'area di notevole interesse naturalistico tanto che è stata riconosciuta dalla Comunità Europea come Sito di Importanza Comunitaria. E' un tipico esempio di sughereta allo stato maturo (una delle più antiche e meglio conservate del Lazio) ed è l'ultimo lembo di una formazione molto più estesa in passato: la quercia da sughero, infatti, specie forestale apprezzata per la sua rusticità, resistenza agli incendi e per l'estrazione del sughero, tipica del bacino del Mediterraneo, negli ultimi decenni ha conosciuto una forte contrazione.
La storia di Tuscania ha inizio dalla fase finale del Bronzo. Il corso
del fiume Marta e dei suoi affluenti furono il polo di attrazione dei
primi stanziamenti arcaici nella zona, che si insediarono sui rilievi
naturali formati dall'erosione delle acque.
A partire dal VII sec.
a.C., bene individuati dalle rispettive necropoli, si definirono sette
insediamenti, collocati sulle alture che si snodarono a sud e a nord
dell'attuale colle di S. Pietro, considerato il fulcro del territorio
ed il riferimento religioso-commerciale del complesso abitativo
immediatamente adiacenti e di un più vasto territorio che fa corona in
un raggio di almeno dieci chilometri.
L'Acquaforte è una sorgente di acqua sulfurea, che si trova a nord dell'abitato di Tuscania in località San Savino. Non è un vero e proprio monumento di Tuscania, ma per la sua storia e l'importanza di un tempo può essere considerato tale.
L'attuale centro storico è solo una parte della Tuscania medievale, che fino al XV secolo si estendeva verso sud a comprendere il colle di S. Pietro, la chiesa di S. MariaMaggiore e tutto il colle del Rivellino sede medievale dei Priori e del Podestà. Gli edifici risalgono prevalentemente ai secoli XVI - XIX, ma vi si trovano ancora chiese medievali (S. Marco, S. Maria delle Rose, S. Silvestro) e i resti della chiesa del convento di S. Francesco, in severe forme medievali umbro-laziali e la cattedrale di S. Giacomo, in stile cinquecentesco.