La Regione Lombardia è proprietaria di 318 ettari di territorio
boscato della valle del torrente Soldo e, in minima parte, di quella
del Rezzo. L'area rientra nel novero delle 20 Foreste Regionali
Lombarde. La sua estrema naturalità, i paesaggi resi aspri e selvaggi
dagli affioramenti del calcare, e i suoi boschi fitti e vari fanno di
questo luogo un posto di estremo interesse e di coinvolgimento emotivo.
La Foresta Valsolda ha anche un patrimonio faunistico e botanico pregiato. Nel 2004 infatti è stata inserita tra i siti Natura 2000 di interesse della Comunità Europea come Zona di Protezione Speciale (ZPS) perché ha mostrato di possedere habitat rari e poco antropizzati,
e una fauna, in particolare l'avifauna, pregevole e varia.
Successivamente, nel marzo del 2007, si è arrivati a dichiarare
l'intera Foresta Riserva Naturale, in modo da garantirle un
regime di tutela maggiore e specifico per preservare la sua alta
naturalità, le sue specie endemiche e la sua ricca fauna.
La gestione della Riserva è attualmente affidata all'ERSAF (Ente Regionale per i Servizi all'Agricoltura e Foreste), ente che ha
ereditato le competenze e le attività gestionali dell'ARF (Azienda
Regionale delle Foreste) dal 2002. La politica di gestione è mirata a
proteggere il valore naturalistico della Foresta e, allo stesso tempo,
a permettere comunque una sua fruizione compatibile. A questo scopo la
RN è stata ripartita in due zone distinte:
La Valsolda: un luogo che colpisce per la sua forza, la sua primitiva asprezza, la sua varietà di ambienti. Si passa da possenti pareti verticali compatte e solide, a declivi boscati meno scabri, a guglie e dirupi frastagliati in via di disfacimento. Sono questi forse gli ambienti più suggestivi e caratteristici: pinnacoli e creste che sfidano le leggi della gravità. Questo paesaggio tormentato è il felice risultato di vari fattori:
Alla asprezza delle rocce si oppone però il panorama suggestivo che dall'alto si domina, delle acque azzurre e lontane del lago di Lugano, di quello di Piano e, in ultimo, di quello di Como.
La Valsolda presenta una biodiversità, sia floristica che
vegetazionale, molto elevata. Il substrato basico, o poco acido, ha
permesso lo sviluppo di una foresta ricca e varia. Alle quote inferiori
i versanti sono dominati dall'orno-ostrieto, formazione vegetazionale
più amante del caldo, caratterizzata da Carpino nero, Orniello, Sorbo,
Acero montano e Nocciolo. Alle quote più fresche si attesta invece il
Faggio, che crea in alcune zone macchie di popolamenti quasi puri da
considerarsi lembi della vecchia faggeta che ricopriva in altre epoche
tutta la fascia prealpina. Tutto il bosco è comunque relativamente
recente. La sua età si aggira intorno ai 30-40 anni, tempo necessario
perché "riconquistasse" il terreno prima utilizzato per l'attività
pastorale. Le conifere, piante che siamo da sempre abituati a associare
all'ambiente montano, sono rappresentate nella Riserva solo da boschi
artificiali di Larice, Abete rosso e Pino nero piantati subito dopo la
seconda Guerra Mondiale in prossimità dei vecchi pascoli (Alpe Serte,
Fiorina e Pessina).
Alle quote più elevate si trovano gli aspetti
forse più pregiati della Riserva: localizzati ma pregevoli popolamenti
di Pino mugo e Rododendro, che rientrano negli habitat protetti di
Natura 2000, e soprattutto una flora rupicola ricca di specie endemiche
e rare. Due dati sono significativi al riguardo: la percentuale di
specie endemiche sul totale di quelle presenti è, nella Riserva, il
10.9%, contro il 2.5% relativo alla Lombardia. Inoltre le specie
sottoposte ad almeno un vincolo di tutela, quindi "preziose", sono 45
sulle 254 rilevate, una percentuale estremamente elevata.
Consideriamo infine che le specie avventizie, ossia le piante che si
diffondono allo stato spontaneo su territori diversi dal loro areale
originario, sono praticamente assenti. Questo dato indica che siamo in
presenza di un ambiente in cui il peso antropico risulta praticamente
trascurabile. La scelta dell'Ente gestore di trasformare la parte più
elevata della Riserva in zona integrale, per tutelare nel modo migliore
la sua naturalità rara e pregiata, risulta quindi estremamente
pertinente.
La varietà di ambienti presenti nella Riserva e la loro buona salute
permette l'esistenza di una fauna ricca di specie e di individui, sia
che si tratti dell'entomofauna, di Rettili, Uccelli o Mammiferi.
Sono presenti, e facilmente osservabili, le specie tipiche
dell'ambiente prealpino, in particolare Camoscio, Cervo e Capriolo. Il
primo è presente grazie a reintroduzioni compiute negli anni passati.
Cervo e Capriolo invece sono molto più abbondanti, essendo stimati
intorno alla trentina di capi. Nella Riserva è presente anche il
Cinghiale, in basse densità.
Studi recenti hanno confermato che Tasso, Faina, Volpe e Donnola fanno
sicuramente parte della fauna della Riserva. La presenza di questi
carnivori, a cui si aggiungono i Rapaci diurni e notturni (Aquila
reale, Sparviere, Poiana, Gheppio, Falco pellegrino, Falco pecchiaiolo,
Allocco, Civetta capogrosso), è garante di un ecosistema equilibrato,
con una piramide alimentare ben strutturata. Interessante anche il dato
recente che annovera almeno 5 specie di chirotteri nella Foresta.
Un avvistamento relativamente "facile" da effettuare nella Riserva è
quello dell'Aquila reale, qui nidificante, mentre al tramonto è quasi
sempre possibile ascoltare il canto secco della Coturnice.
Ultimo accenno di dovere alla presenza della zecca, parassita abituale
degli ungulati, e alla possibilità di diventarne ospiti involontari nel
caso si uscisse dai sentieri per camminare nel sottobosco o nell'erba
alta.