Regolamento dell'A.N.P.I.L. Foresta di Sant'Antonio (PDF - 145 Kb)
La foresta si sviluppa in un'area di circa 900 ettari, tra i 600 e 1490 m di altitudine, sui rilievi a monte di Reggello.
Il faggio è la specie più diffusa, seguita dal castagno, il cerro, il
carpino. Alcuni rimboschimenti ospitano douglasie, abeti bianchi, abeti
rossi e pini neri.
L'Area Naturale Protetta è di grande importanza per la varietà delle
specie botaniche che vi vegetano e per la bellezza delle pendici
montane che la ospitano. Tra le specie da segnalare: Campanula persicifolia, Dianthus balbisii, il Giglio martagone e alcune orchidee (Orchis maculata, Orchis mascula e Orchis sambucina).
La foresta di S.Antonio è compresa nella catena del Pratomagno, dorsale
che si allunga per circa 40 Km in senso appennico, dal Passo della
Consuma, (Firenze) fino a sud di Talla (Arezzo) e che limita a NE il
bacino del Valdarno Superiore ed a SO quello del Casentino, allungati
parallelamente alla catena. Forma un semicerchio snodandosi lungo il
bordo più alto del bacino del torrente Resco, nel comune di Reggello.
E' delimitata a nord dal crinale di Poggio Massa Nera (m 1075 s.l.m.)
che, con direzione nord-est, si ricongiunge al crinale del Pratomagno.
La foresta segue, nel suo limite altitudinale, il crinale principale
interessando il Poggio della Risala (m 1485 s.l.m.), la Croce al
Cardeto (m 1356 s.l.m.), il Poggio alla Cesta (m 1446 s.l.m.), il Varco
di Reggello (m 1354 s.l.m.) poi, più a sud, se ne scosta e segue il
crinale secondario di Poggio Castelluccio, a confine con il comune di
Castelfranco di Sopra (AR). Il suo limite inferiore presenta un
andamento frastagliato, seguendo fossi e crinali, segnato da Pian della
Farnia e Case Lavane.
La morfologia e accidentata con ripide pendici, crinali marcati, balzi
rocciosi e fossi profondi che confluiscono verso il torrente Resco, con
i borri di S.Antonio, della Rota e della Stufa. L'altimetria media e
compresa fra 950-1000 m s.l.m., con minimi intorno ai 600 m e con
massimi di 1490 m lungo il crinale principale.
Dall'esame della carta della vegetazione della foresta di S.Antonio si
rileva come il bosco di faggio predomini nelle esposizioni più fresche
ed in quelle più alte, arrivando fin sulla prateria cacuminale. Tra le
diverse forme di governo del bosco di faggio, prevalgono i cedui
seguiti da fustaie transitorie.
Alle quote più basse e nelle
esposizioni più calde, altre latifoglie sostituiscono il faggio, quali
il cerro, il carpino nero, il castagno. Si formano così boschi puri o
misti di latifoglie, anche con la presenza di ornielli, aceri opali,
carpini bianchi. Nei versanti più aperti e aridi predominano boschi di
roverella.
Nelle esposizioni a sud troviamo densi arbusteti e pietraie coperte da
eriche e ginestre, ovvero balzi di roccia intercalati da praterie a
graminacee. Questi terreni sono stati ripetutamente percorsi dagli
incendi, i più gravi si sono avuti nel 1943 e poi nel 1946, dove andò
distrutto il 78% della superficie demaniale boschiva. Ciò indusse
l'amministrazione forestale ad interrompere l'utilizzazione ed operare
una intensa ricostituzione boschiva nelle zone di Massa Bernagia, Massa
Nera e Macinaia: si tratta di impianti artificiali, puri o misti, di
douglasia, abete bianco, abete rosso, pino nero e faggio.
I tipi di vegetazione presenti nella foresta di Sant'Antonio e le
superficie ad essi corrispondenti, sono riportati in tabella:
Tipi di vegetazione della foresta di Sant'Antonio superficie in ha:
Tipi di Vegetazione | ha |
Fustaia di faggio | 3,27 ha |
Fustaia transitoria di faggio | 155,6 ha |
Ceduo invecchiato di faggio | 332,19 ha |
Fustaia transitoria di castagno | 15,13 ha |
Ceduo di castagno | 31,34 ha |
Ceduo invecchiato di castagno | 10,72 ha |
Fustaia di pino nero | 11,81 ha |
Fustaia di douglasia | 18,12 ha |
Fustaia di abete bianco | 9,89 ha |
Fustaia di conifere varie | 23,19 ha |
Fustaia transitoria di cerro | 12,19 ha |
Ceduo di cerro | 13,76 ha |
Ceduo di latifoglie varie | 8,05 ha |
Ceduo invecchiato di latifoglie | 116,64 ha |
Fustaia di conifere e latifoglie | 19,28 ha |
Ceduo invecchiato di cerro | 12,71 ha |
Fustaia transitoria di latifoglie varie | 19,28 ha |
Arbusteto | 100,96 ha |
Pascolo cespugliato | 12,77 ha |
Rupe boscata | 105,17 ha |
Pascolo nudo | 4,7 ha |
Data la grande varietà di habitat, la foresta di S.Antonio presenta una fauna varia ed abbondante.
Fra gli ungulati si trovano i caprioli (Capreolus capreolus), i daini (Dama dama) ed i cinghiali (Sus scrofa). Altrettanto interessanti sono i "mammiferi minori" come la lepre comune (Lepus europaeus), il tasso (Meles meles), il ghiro (Glis glis), l'istrice (Sciurus vulgaris), la faina (Martes foina) e la volpe (Vulpes vulpes). Tra gli uccelli ci limitiamo a ricordare i più frequenti come la cincia mora (Parus ater), la sterpazzola (Sylvia communis), il codirosso (Phoenicurus phoenicurus), il picchio muratore (Sitta europea) ed il merlo acquaiolo (Cinclus cinclus). Fra gli uccelli di grossa taglia la cornacchia grigia (Corvus corone), il fagiano (Phasianus colchicus), il cuculo (Cuculus canorus), l'upupa (Upupa epops), la ghiandaia (Garrulus glandarius). Tra i rapaci si annoverano il gheppio (Falco tinnunculus), la piana (Buteo buteo), lo sparviere (Accipiter nisus), il barbagianni (Tyto alba), la civetta (Athene noctua), il gufo comune (Asio otus), l'allocco (Strix aluco).
Tra gli anfibi si nota la salamandra pezzata (Salamandra salamandra), l'ululone a ventre giallo (Bobina variegata pachypus) ed il rospo comune. Fra i rettili si rinvengono numerose specie di ofidi tra cui la biscia dal collare (Natrix natrix), il saettone (Elaphe longissima), il biacco (Coluber viridiflavus) e la vipera comune (Vipera aspis). Ricchissima l'entomofauna. Tra i grandi predatori, scomparsi l'orso bruno (Ursus arctos), che peraltro si torva nello stemma del Comune di Reggello, e la lince (Lynx lynx), è da segnalare la ricomparsa del lupo appenninico (Canis lupus).