L'area si estende sul territorio
comunale di Perrero tra i 1796 e i 2856 metri s.l.m.; è raggiungibile
attraverso una strada carrozzabile militare che parte dalla Strada
Provinciale della Val Germanasca e si dirige verso il Lago Lauson e poi
alla Conca Cialancia vera e propria: date le condizioni del fondo
stradale si consiglia l'utilizzo di un mezzo fuoristrada.
Il nome
del parco deriva dal dialetto locale "cialancio" che significa slavina
e visitando il luogo non sfugge il motivo della denominazione: tutta la
valle è solcata da numerosissimi canaloni che scaricano materiale in
ogni stagione, modificando costantemente l'assetto del territorio. La
zona ospita alcuni alpeggi che sono ancora utilizzati in estate per il
pascolo delle mandrie. La vegetazione tipicamente alpina presenta
ontani montani, sorbi degli uccellatori e numerose specie erbacee quali
la viola biflora, il veratro bianco, l'acetosella e l'alchemilla
volgare. Alle quote superiori si sviluppa il saliceto subalpino
acidofilo accompagnato da bellissime specie pioniere quali le
sassifraghe, la genziana bavarica, l'androsace alpina e il ranuncolo
dei ghiacciai. Invece, per quanto concerne la fauna sono presenti i
tipici ungulati delle Alpi (camoscio, stambecco, cervo e capriolo), la
lepre variabile, la marmotta, la volpe, l'ermellino, la pernice bianca,
il gallo forcello, la coturnice, il fringuello alpino e molti altri.
Tra gli anfibi è importante ricordare la presenza della salamandra di
Lanza, endemica delle Alpi Cozie, che si è adattata alla vita in quota
partorendo, a differenza degli altri anfibi, piccoli già completamente
sviluppati.
La zona di Conca Cialancia, come tutta la Val Germanasca, è ubicata in posizione centrale nell'arco alpino occidentale e fa parte del Dominio Pennidico che è suddiviso nelle seguenti sottounità:
La
Val Germanasca comprende porzioni del Massiccio del Dora-Maira e della
Zona Piemontese (o Complesso dei Calcescisti con pietre verdi).
Il
massiccio Dora-Maira si estende dalla Val Susa a Nord fino alla Val
Maira a Sud, ha forma ellittica bordata ad Est dai depositi quaternari
della pianura pinerolese e cuneese e ad Ovest e Nord dal Complesso dei
Calcescisti con pietre verdi. Viene suddiviso in due unità strutturali:
una inferiore formata da metasedimenti di età permo-carbonifera,
probabili coperture di uno zoccolo antico di cui si trovano i resti
nell'unità superiore, formata da scisti polimetamorfici con lenti di
marmi e metabasiti. In entrambe le unità si trovano inoltre rocce
gneissiche e di tipo metagranitoide con chimismo variabile da granitico
a tonalitico e dioritico. Sono poi presenti discontinui e ridotti lembi
di una copertura mesozoica.
La Zona Piemontese è un'unità geologica molto complessa ed estesa a
tutto l'arco alpino occidentale. Denominata anche Complesso dei
Calcescisti con Pietre Verdi è formata da metasedimenti derivati da
rocce carbonatiche impure, areniti, peliti e radiolariti di età
mesozoica con associazioni di metabasiti e metaultrabasiti di crosta
oceanica o di mantello sott'oceanico. Per quanto riguarda, invece, le
formazioni superficiali (quaternarie) prevalgono i depositi detritici
pluvio-colluviali; si individuano però interessanti esempi di depositi
glaciali con talvolta preservate le morfologie associate, quali cordoni
morenici o archi da trasporto (nivomorene) nei depositi detritici di
alta quota.
La fauna che si può incontrare nell'area protetta di Conca Cialancia è tipicamente di ambiente alpino. Tra gli animali più significativi potrete osservare:
La zona di Conca Cialancia, dal punto di vista vegetazionale, ha i
caratteri tipici dell'ambiente alpino ubicato sopra i limiti dei
popolamenti arborei e ricade nel climax degli arbusti prostrati e delle
steppe montane. Presenta diversi tipi di coperture vegetali: arbustive,
erbacee e più raramente arboree.
In zone subpianeggianti ad umidità elevata si ritrovano popolamenti arbustivi a prevalenza di ontano montano (Alnus viridis);
si tratta di cenosi dense, monoplane, legate all'umidità del suolo ed
alla prolungata permanenza della neve, oltre che agli effetti meccanici
delle slavine. Nelle aree in cui l'ontano ha ricolonizzato vecchie aree
pascolive, lo si trova associato ad altre latifoglie pioniere, come il
sorbo degli uccellatori (Sorbus aucuparia), che preparano il
terreno al futuro ingresso delle conifere. Si può in generale affermare
che i popolamenti allo stato puro di ontano difendono le pendici più
elevate dall'erosione e hanno un ruolo importante per la protezione
della fauna selvatica (gallo forcello, ungulati) nei punti in cui si
alternano ad aree prato-pascolive in cui spiccano specie erbacee quali
la viola biflora, il veratro bianco e l'alchemilla volgare.
Nelle
parti più elevate del parco, caratterizzate da diffusa pietrosità ed
umidità, con innevamento abbondante e prolungato, si ritrova il
saliceto subalpino acidofilo a prevalenza di Salix elvetica e Salix glaucoserica, accompagnato da specie pioniere quali le sassifraghe, la genziana bavarica, l'androsace alpina e il ranuncolo dei ghiacciai.
Infine, alle quote inferiori, vi sono insediamenti a lariceto (Larix decidua)
su rododendri-mirtilli e su pascolo in prossimità dell'Alpe Lauson e
dell'Alpe Cialancia. Dove la copertura di rododendro sotto il larice è
ridotta le condizioni della cotica erbosa sono buone: in particolare
attorno alle malghe la composizione floristica presenta graminacee
pregiate e leguminose di elevato valore pastorale. I lariceti
contraddistinguono anche le aree con rocciosità affiorante lungo le
creste o sulle pendenze elevate dando un'impronta caratteristica dal
punto di vista naturale ed estetico-paesaggistica. Estese superfici, in
particolare quelle sopra l'Alpe Lauson e quelle ubicate nella conca
attraversata dal rio Cialancia, sono occupate da una copertura continua
di rododendro, talvolta associato a brughiera di mirtillo, finto
mirtillo e azalea nana che nel periodo tardo estivo-autunnale
conferiscono a queste aree un caratteristico colore rosso-porpora.