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L'olivicoltura e l'allevamento ovino sono i settori sui quali punta la Comunità Montana del Lario orientale, che aderisce al consorzio di gestione del parco, per rilanciare l'agricoltura e diversificare le produzioni. Il ritorno dell'olivo consentirà di recuperare vaste superfici terrazzate, suddivise in piccoli appezzamenti, che con il declino della coltura sono state abbandonate. Sul versante zootecnico l'obiettivo è la reintroduzione della pecora Brianzola. Conosciuta nelle campagne lariane come Nostrana, questa grande pecora dal vello bianchissimo, molto prolifica e con mammelle eccezionalmente sviluppate, ebbe il suo momento migliore negli anni Trenta e Quaranta, con la costituzione del libro genealogico. Oggi è quasi estinta: in vista della sua reintroduzione (legata al recupero di tecniche tradizionali di allevamento dell'ovino da carne) si stanno selezionando i pochi esemplari "puri" superstiti. Il settore che più ha resistito alla crisi dell'agricoltura nel dopoguerra è l'apicoltura, di tipo prevalentemente stanziale. Il miele (di acacia, castagno, millefiori) può essere commercializzato con un marchio che ne garantisce la provenienza dalle province di Como e Lecco e la rispondenza a determinate caratteristiche qualitative.

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