Lo Statuto del Parco (PDF - 80Kb)
Il paesaggio del Parco è quindi caratterizzato dai risultati di una complessa storia geologica: i fondovalle sono stretti, sovrastati da pareti di gole più o meno ripide e coperte dalla vegetazione.
In alcuni casi, come accade a Narce, Pizzopiede e Monte Li Santi, la
vegetazione è oggi meno sviluppata a causa del lavoro dell'uomo che,
nel passato, ha utilizzato le superfici più pianeggianti della zona per
l'agricoltura e la pastorizia.
Le forme ripide del paesaggio hanno
contribuito alla salvaguardia dell'ambiente naturale: le zone dove non
era possibile coltivare o costruire offrono al visitatore di oggi un
colpo d'occhio molto simile a quello che potevano avere i nostri
antenati.
Se l'ambiente della Valle del Treja è ricco di associazioni vegetali differenti, dal punto di vista della presenza faunistica la zona non è
più popolata come doveva essere in un passato neanche troppo lontano.
Questo è dovuto sia alle ridotte dimensioni dell'area protetta che
all'elevata presenza umana nei dintorni, che rende difficili le
condizioni di vita e le possibilità di spostamento da una zona
all'altra della fauna più importante, come i mammiferi.
Tra questi
sono comunque frequenti la volpe, il riccio, la faina, l'istrice, il
ghiro e il moscardino; nonostante esistano degli autori che hanno
parlato della presenza del lupo, non si hanno segnalazioni recenti che
la possano confermare.
L'ambiente vegetale del territorio del Parco, con il variare delle
condizioni climatiche dovute all'esposizione e all'insolazione, è
composto da diverse zone vegetazionali che si susseguono con il mutare
della quota rispetto al fondovalle.
Partendo dall'alto si possono
quindi distinguere quattro differenti ambienti particolari: il bosco
termofilo, le pianure destinate all'agricoltura e all'allevamento, il
bosco misto e le aree umide.
Dove il clima è più caldo e assolato, come ad esempio sui pendii
all'esterno delle forre, si incontra il bosco termofilo che, a causa
della lontananza dal fondovalle e dallo scorrere dell'acqua, è composto
da specie che necessitano di poca umidità. Tra le piante
caratteristiche delle aree più asciutte e presenti in questo ambiente
si incontrano il corniolo, il ligustro e la ginestra. Le aree a bosco
misto sono popolate da carpino nero, roverella e ornello e nel
sottobosco si trovano pungitopo, robbia e ciclamino. Nelle zone più
fresche si incontra un bosco composto principalmente da roverella e
cerro a cui si accompagnano l'olmo comune, la farnia, il nocciolo e
l'acero.
Il Parco Valle del Treja sorge in territorio falisco, i cui due centri
principali furono Falerii a nord, l'attuale Civita Castellana, e Narce
a sud.
I Falisci, attivi tra l'VIII ed il V secolo a.C., parlavano
una lingua simile al latino ma erano legati da stretti rapporti
politici all'Etruria. La loro economia era basata su agricoltura e
allevamento.
Ebbe notevole importanza l'arte ceramica e dai carmina fescennina si
desume la concezione di vita gioiosa, spensieratezza e godimento dei
piaceri conviviali di questo popolo.
I Falisci si opposero strenuamente ai Romani nel territorio della Valle del Tevere.