Uno degli aspetti più caratteristici della Riserva Naturale Forra del Cellina e più in generale del tratto di valle tra Barcis e Montereale Valcellina è senza dubbio la "vecchia strada".
Il suo suggestivo tracciato attraversa l'intera Riserva permettendo di osservare le spettacolari forme di erosione che il torrente ha lentamente modellato incidendo la stretta forra tra il monte Fara e la Pala d'Altei.
La storia della "vecchia strada della Valcellina" e lo sviluppo delle zone montane contermini è strettamente collegata alla realizzazione di grandi infrastrutture per lo sfruttamento dell'acqua del torrente Cellina, opere che hanno avuto ripercussioni dirette o indirette anche sulla vita socio-economica di tutti i Comuni della valle.
Andreis
All'uscita della galleria, troviamo improvvisamente uno dei "musei viventi" della civiltà montana. Un paese adagiato su una verde terrazza, protetto dai "corazzieri" Raut, Resettum, Fara. Muri di sassi, ballatoi di legno scuro, scale esterne sono le caratteristiche inconfondibili della tipica casa "andreana".
Barcis
Il centro è tutto raccolto lungo una coerente trama urbanistica a terrazzo sul lago. Lungo le sponde è stato realizzato un sentiero, all'ombra degli abeti, attrezzato per i pic-nic.
Montereale Valcellina
E' la porta della Valcellina: qui termina la pianura pordenonese ed inizia la Riserva Naturale della Forra del Cellina.
Vennero realizzati in diversi momenti, a partire dagli inizi del 1900
con la costruzione della "vecchia diga", del canale adduttore e della
centrale di Malnisio.
Lo sbarramento doveva deviare una parte delle
acque del torrente Cellina in un canale adduttore (di circa 7 km)
costruito lungo la forra per alimentare la centrale di Malnisio (1905).
A valle di questo le acque venivano poi convogliate alla centrale di
Giais (1908) e quindi a quella del Partidor (1919) per essere
restituite nel greto del torrente Cellina nei pressi del paese di San
Leonardo.
Questi impianti sono stati tra i primi di tipo "industriale" realizzati
in Italia e sono rimasti in esercizio fino al 1988. L'energia
idroelettrica prodotta nella centrale di Malnisio veniva trasferita,
mediante linee ad alta tensione, alle città di Venezia, Treviso e Udine.
Nell'ambito di un potenziamento degli impianti già esistenti, agli
inizi degli anni '50 venne realizzata dalla SADE (Società Adriatica di
Elettricità) la diga di Ponte Antoi, così che il lago artificiale di
Barcis potesse alimentare la centrale in caverna costruita presso la
"vecchia diga" (1954). Dal serbatoio di Barcis le acque sono tuttora
addotte, mediante una galleria in pressione del diametro di 3,9 m e
della lunghezza di circa 2 km, scavata nella roccia all'interno del
rilievo che separa il corso del torrente Cellina dalla sella del Dint.
La condotta attraversa la forra del Molassa per mezzo di un ponte-tubo
in cemento per raggiungere il pozzo piezometrico alla cui base partono
le due condotte forzate che alimentano i gruppi turbina
Kaplan-alteratore ad asse verticale.