Un tratto dell'alveo del Tevere, compreso tra l'area a sud-est di Todi e il Lago di Corbara, corre tra rive alte e frastagliate. Le gole sono incassate tra le dorsali dei monti del Peglia e di Croce di Serra. La natura calcarea dei rilievi fa si che siano visibili profonde voragini circolari simili a inghiottitoi. Questi rilievi, durante il terziario e il quaternario delimitavano il grande lago Tiberino.
Nel 1963, in seguito allo sbarramento del Tevere da parte dell'ENEL per la produzione di energia elettrica, si è gradatamente formato il Lago di Alviano. Nel giro di pochi anni, in questo specchio d'acqua e grazie al graduale depositarsi dei sedimenti portati dal fiume, si sono verificate una serie di trasformazioni che hanno portato alla formazione di ampie e significative zone palustri. Le acque sono ricche di molluschi e anellini, di fitoplancton, di insetti acquatici e di ogni specie di pesci che trovano il loro habitat ideale per deporre le uova; l'area è ideale per la sosta e la nidificazione di una avifauna alquanto varia. Si possono riconoscere oltre 160 specie di uccelli in parte sedentari, molti di loro sono migratori.
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Emblematici dell'importanza del Tevere nella realtà storico-economica del territorio sia in età preromana, che romana, sono i rinvenimenti archeologici di Scoppieto, vicino a Civitella del Lago, dove è stata individuata l'esistenza di un luogo di culto di altura e sono state riportate alla luce le strutture di una fabbrica di ceramica romana. L'insediamento produttivo di ceramiche fini da mensa risale al primo periodo dell'impero romano. Tali manufatti viaggiavano sulle imbarcazioni fluviali che partivano dai porti lungo il Tevere e giungevano fino ad Ostia, dove erano poi reimbarcati per l'Africa e raggiungevano le città di Cartagine, Alessandria di Egitto, Costantina. Il materiale ritrovato si trova presso l'Antiquarium di Baschi. Le visite alla fornace e all'antiquarium sono gestite dal Sistema Museo.
Negli anni '80 è stata rinvenuta, in località Fosso di San Lorenzo, una necropoli umbro-etrusca (databile tra il VI e IV sec. a.C.) di vastissime dimensioni. Circa 3.000 tombe che suppongono l'esistenza di un grandissimo centro, ancora non individuato, nelle vicinanze del fiume Tevere, ove probabilmente avvenivano scambi commerciali tra Etruschi ed Italici (forse la città di Copio). L'area della necropoli è stata recentemente oggetto di un'opera di valorizzazione che ha permesso di creare sentieri, servizi e documentazione sul luogo. I reperti rinvenuti sono visitabili presso l'Antiquarium di Tenaglie.
Il teatro più piccolo del mondo a Montecastello di Vibio. E' un vero gioello, unico nella sua ineguagliabile struttura non tipologicamente classificabile, essendo una via di mezzo fra gli allestimenti teatrali del '500 ed il tipico teatro all'italiana. Concepito e realizzato nel clima e nel fervore dell'epoca "dei lumi", su iniziative di alcune famiglie del paese, è il "più piccolo teatro del mondo" (novantasei posti compresi i palchi e la platea). Il teatro, chiuso nel 1951, fu restituito ai cittadini di Montecastello, solo nel 1993 dopo un'attenta opera di restauro. Oggi la struttura è perfettamente funzionante e con tutti i confort di un grande teatro.
Il più famoso tra i porti lungo il Tevere, crocevia di traffici commerciali tra l'entroterra e Roma: sorto alla confluenza del fiume Paglia. Rappresenta uno dei più interessanti siti archeologici di epoca romana dell'area volsinese. Nelle strutture rinvenute sono da riconoscere, oltre a quelle pertinenti al porto, una serie di ambienti tra cui alcuni destinati probabilmente a magazzino.
Il complesso è articolato su una molteplicità di edifici e di impianti tutti finalizzati alla gestione di attività del tempo libero, dello sport e, per attività culturali e di documentazione del Parco. Il Centro Turistico sportivo ha ospitato per anni prima le "Regate Internazionali di canottaggio Tevere-Tamigi" poi Regate Intenazionali di canottaggio Tevere - Fiumi e Laghi d'Europa, organizzate dal Parco, quindi gare di campionati nazionali della F.I.C.
Le grotte sono quasi sicuramente conosciute fin dall'antichità. Si aprono in prossimità delle gole del Forello in località La Roccaccia di Titignano. Il terreno geologico è dato da formazioni travertinose. La grotta principale è la più grande cavità presente in Italia, aperta in questo tipo di roccia e si sviluppa per oltre 2500 m.. Molto belle per le loro concrezioni, rivestono anche un notevole interesse documentario, dato dai ritrovamenti archeologici e paleontologici riferibili al neolitico medio, come manufatti litici, resti ossei e pezzi di ceramica d'impasto. L'andamento della galleria è prevalentemente labirintico. Particolarmente interessante è la Sala dei Vortici, popolata da pipistrelli. Le grotte sono visitabili con guide speleologiche (Gruppo Speleo Todi).