Statuto dell'Ente Parco di Portofino
Il Parco di Portofino offre una visione sintetica della costa ligure, sia dal punto di vista naturalistico sia da quello storico-antropologico. L'assetto attuale del territorio è infatti il risultato di una originale forma di coevoluzione tra natura e attività umana, che ha dato luogo a una sorprendente varietà di sistemi biologici e di ambienti, ma anche a una specifica cultura materiale (alla confluenza di tre "civiltà": quella marinara, quella dell'ulivo, e quella del castagno). Una fittissima rete di sentieri attraversa ambienti selvaggi, insediamenti rurali e borghi marinari ricchi d'arte e storia, offrendo paesaggi che sono ormai entrati nella leggenda visiva del Mediterraneo.
All'area protetta vera e propria (1200 ha) è associata un'area cornice di 3400 ha circa. Nel complesso il territorio del Parco si estende sui comuni di Recco, Camogli, Portofino, Santa Margherita Ligure, Rapallo, Zoagli, Chiavari.
Il settore settentrionale (su calcari marnosi, argilliti e arenarie a strati alterni) è dominato da boschi mesofili (carpino nero, frassino, castagno, nocciolo, acero oppio), mentre quello meridionale (su puddinga: un conglomerato di detriti tondeggianti cementati da matrice calcarea) è ricoperto da una densa macchia mediterranea (erica, corbezzolo, lentisco, mirto), da pinete, foreste di leccio, garighe, praterie di ampelodesma e di felce aquilina. Peculiari sistemi biologici sono inoltre insediati sulle falesie a mare, sulle rupi e sui muri a secco, nelle vallette fresche originate dalla complessa orografia del Promontorio. Il paesaggio agricolo è dominato da uliveti coltivati su fasce spesso con orti al piede in tipiche colture "miste". Presso gli insediamenti, tra lembi di foresta e di macchia, si ritrovano antichi castagneti da frutto, filari di pini domestici, microscopici orti, frutteti, agrumeti, giardini.
L'eccezionale varietà di ambienti e microclimi determina una delle più elevate concentrazioni floristiche del Mediterraneo: oltre 700 specie spontanee abitano un territorio di estensione limitata e con modeste variazioni altitudinali (0-610 m). Una specie delle Alpi Marittime, la rara sassifraga spatolata (Saxifraga cochlearis), convive con quelle mesofile dei boschi misti, con quelle della macchia o addirittura con elementi decisamente termofili, come l'euforbia spinosa o l'ampelodesma africano. Ulivo, pino, leccio e castagno, che altrove occupano quote distinte, qui convivono fin quasi al livello del mare. Di particolare interesse le felci (felci rupicole e dei muri, felce florida, pteride di Creta).
Oltre 20 endemismi liguri sono presenti tra gli invertebrati. Merita anche di essere ricordata la "ninfa del corbezzolo" (Caraxes jasius), in forte rarefazione in Liguria. Tra gli anfibi, da segnalare la raganella mediterranea, il geotritone, la rana italica. Tra i rettili, il geco verrucoso, la tarantola muraiola, il ramarro. L'avifauna (un centinaio di specie) comprende uccelli di macchia (occhiocotto, magnanina, capinera, sterpazzola), di radura (upupa, ortolano, cardellino), di bosco (tordo, cinciarella, fringuello, pettirosso, ghiandaia), di pineta (tortora, colombaccio), rapaci (gheppio, poiana, pellegrino, lodolaio), uccelli marini (gabbiani, sterne, berte, sule). Tra i mammiferi, sono presenti la volpe, il tasso, lo scoiattolo, il riccio, la faina il cinghiale e numerosi micromammiferi.
Lo sperone roccioso del Promontorio, proteso verso il mare aperto e caratterizzato da coste a strapiombo, genera una serie di fondali tra i più interessanti e intatti del Mediterraneo.Vi è rappresentato l'intero spettro delle biocenosi dell'alto Tirreno. Di particolare rilievo la presenza di numerose specie del Mediterraneo meridionale, l'eccezionale ricchezza vegetale e animale del mesolitorale, la varietà dei poriferi, le praterie di posidonia (Posidonia oceanica), le formazioni di gorgonie gialle (Eunicella stricta), arancioni (Eunicella cavolinii), rosse (Paramuricea chamaelon), i popolamenti di corallo (Corallium rubrum). A maggior tutela di questi splendidi fondali è stata di recente istituita dal Ministero dell'Ambiente una Riserva marina.
La presenza umana sul Promontorio è documentata dalla fine dell'Età del
Bronzo (XIV sec. a. C.), ma è dalla fine dell'Età del Ferro (II sec. a.
C.) che l'insediamento dei Liguri mediterranei si consolida intorno al
"castellaro" di Camogli. La penetrazione romana, lenta e contrastata,
sposta il baricentro politico sul versante orientale, dove l'insenatura
di Portofino (Portus Delphini) offre uno dei migliori approdi naturali protetti del Mediterraneo.
Intorno al X secolo, si afferma il controllo feudale dei monaci
benedettini dell'Abbazia di San Fruttuoso (versante meridionale), una
delle più influenti istituzioni ecclesiastiche del Mediterraneo.
L'Abbazia di San Fruttuoso è tra i più notevoli complessi monumentali
della costa ligure. Tra gli altri monumenti del Promontorio, l'Abbazia
della Cervara (XIV sec.) e la chiesa romanica di S. Nicolò di
Capodimonte (XII sec.). Una intensissima tradizione religiosa ha
disseminato il territorio di chiese, conventi, piccole cappelle,
edicole rurali e marinare, e ha dato luogo all'originale forma
espressiva degli ex voto marinari (Nostra Signora del Boschetto, a
Camogli).
L'influenza culturale ed economica delle attività marinare, e in
particolare della marineria camogliese, è documentata nel Museo
Marinaro "Gio Bono Ferrari" di Camogli.
I manufatti e le attività della tradizione contadina (i muri a secco, il sistema di mulini e frantoi per la trasformazione di grano, castagne e olive, l'intreccio del castagno e dell'ampelodesma, il merletto, la raccolta di piante aromatiche e medicinali, l'artigianato del legno) si accompagnano a quelli della tradizione marinara (i "gozzi" di Paraggi, la tonnara di Punta Chiappa). La gastronomia è basata, com'è nella tradizione ligure, su pochi e semplici ingredienti, pazientemente lavorati (olive, acciughe, "gallette", focacce, minestre e torte di erbe e verdura, ripieni, olio, aromi).