Il paesaggio tipico di Pantelleria nasce dalla sovrapposizione di elementi antropici e naturali. I due ambienti si intersecano, si sostituiscono e si armonizzano creando un unicum paesaggistico unico al mondo. Chi giunge per la prima volta sull'isola, dapprima attratto esclusivamente dalla costa e dal mare, resta in seguito affascinato nel percorrere i sentieri interni, che svelano una Pantelleria primordiale, in certi suoi tratti rimasta del tutto intatta.
Per comprendere pienamente l'isola, bisogna quindi abbandonare la costa ed inoltrarsi nel suo interno, dove elementi architettonici esclusivi e tradizionali dell'isola si accompagnano ad elementi naturalistici importanti, ad endemismi floristici e faunistici che rendono l'isola un'alternativa culturale e naturalistica rispetto alle aree del vicino Maghreb e della Sicilia.
Esplorare Pantelleria dalla costa o dall'interno vuol dire scoprire due facce diverse dell'isola, due mondi paralleli che si sovrappongono e si completano a vicenda. Mentre le coste dell'isola sono modellate dall'azione erosiva del mare e del vento, creando angoli di rara bellezza, la parte interna è stata modellata dalle diverse eruzioni vulcaniche che si sono sovrapposte negli ultimi 50 mila anni, creando scenari inaspettati, talvolta impervi. Di seguito, viene fornita una descrizione sommaria di quanto è possibile osservare per un osservatore che si avventuri lungo la zona costiera o nella zona interna dell'isola, dove il paesaggio rurale tradizionale e il paesaggio naturale si incontrano creando ambienti spettacolari. Un discorso a parte merita il vulcanesimo secondario di Pantelleria, traccia del sottostante vulcano che emerge dalle profondità del Canale di Sicilia.
Gli elementi tipici del paesaggio rurale pantesco sono il dammúso e suoi annessi, il giardino pantesco, le coltivazioni agricole tradizionali fra le quali spicca la coltivazione della vite ad alberello (riconoscimento UNESCO), le chiese della campagna pantesca, e il patrimonio archeologica dell'isola.
Il termine "geodiversità" inizia ad essere adottato in ambito scientifico agli inizi degli anni 90 del secolo scorso, in notevole ritardo rispetto al concetto di "biodiversità", per descrivere la varietà degli aspetti fisici del territorio. Viene subito definita come "la diversità degli elementi e dei sistemi della Terra" o la "varietà delle forme, dei sistemi e dei processi in ambito geologico e geomorfologico".
Le piccole chiese pantesche sono state costruite nei secoli dalla comunità pantesca, che ne hanno modellato l'aspetto e la struttura secondo i tradizionali canoni architettonici del dammúso.
Solitamente la navata centrale ha una copertura a botte del diametro non superiore a 4-5 m, mentre le navate laterali e l'abside hanno copertura a volta. Gli altari laterali rispecchiano la struttura delle alcove delle abitazioni. Il sagrato è il tradizionale passiatúri circondato dalla dukkéna. Infine la copertura esterna delle arcate laterali forma una rasatura merlata, che serve per la fuoriuscita dell'acqua, ma anche per distinguere la chiesa dal dammúso. Il campanile non è mai alto.
Di seguito, si elencano gli edifici di culto che ricadono in area Parco: