Il comprensorio del torrente Nervia, con i Comuni di Rocchetta Nervina e Pigna raggiungibili dalla zona di Ventimiglia - Bordighera, è il più vicino al mare e si estende per circa 20 Km fra coltivazioni floricole, oliveti e vigneti che più a nord lasciano il posto ad un paesaggio già tipicamente montano, con boschi di castagni, conifere e faggi.
Veri gioielli naturalistici di questa zona sono gli ambienti rupestri del Monte Toraggio (1971 m s.l.m.) e del Monte Pietravecchia (2038 m s.l.m.), oltre alla Riserva Transfrontaliera (recentemente istituita) di Testa d'Alpe (1517 m s.l.m.).
L'Alta Valle Argentina, con i Comuni di Molini di Triora e Triora gravitanti su Arma di Taggia, presenta una diversa morfologia, con più ripidi dislivelli, selvaggi panorami naturalistici e centri abitati sorti su crinali o speroni rocciosi.
Qui il paesaggio mostra da subito fitti boschi ricchi di acque e selvaggina; le piccole frazioni di Realdo e Verdeggia consentono il collegamento con gli areali del Monte Gerbonte (1727 m s.l.m.), ricco di cavità naturali e canali carsici, e del Saccarello (2200 m s.l.m.), con le sue lande di rododendri e gli ampi pascoli presidiati da antiche malghe.
Più interna di tutte le altre, l'Alta Valle Arroscia, con i Comuni di Rezzo, Montegrosso Pian Latte, Mendatica e Cosio d'Arroscia, orbita su Imperia (capoluogo provinciale) ed è la zona a più spiccata vocazione montana, contraddistinta da ampi pascoli ed estese superfici boscate: appartengono a questo territorio la Cima di Piancavallo (1896 m s.l.m.), con le sue popolazioni di camosci, il Monte Frontè (2153 m s.l.m.), il Monte Monega (1882 m s.l.m.) e il suggestivo Bosco di Rezzo, la più estesa faggeta della Liguria.
Il territorio delle Alpi Liguri (e così il Parco) conserva tracce di storia e leggende antiche, nelle quali l'uomo ha avuto per secoli un'importante funzione: quella di modellare la natura con il lavoro e la fatica, assecondando le proprie necessità.
Da ciò scaturisce il paesaggio, ovvero l'incontro dell'elemento naturale con quello antropico: una peculiarità del Parco delle Alpi Liguri è proprio quella di interessare un'area ancora oggi fortemente antropizzata, dove l'uomo moderno convive ogni giorno sul territorio con l'eredità dei propri antenati.
Ne sono testimonianza i reperti preistorici di Rezzo e Realdo e i vecchi fortini di Cima Marta, le architetture a volte ardite dei ponti in pietra e dei muretti a secco, dei piloni votivi e delle chiese medievali e barocche, dei borghi labirintici distesi fra aie e carruggi, dei tetti in ciappe e degli architravi in pietra che tuttora resistono alle intemperie.
Ma i Comuni del Parco possono vantare anche importanti tradizioni artistiche locali, che secoli fa su questo stesso territorio hanno affrescato e decorato chiese, cappelle e santuari, scolpito portali, eretto monumenti in pietra:
le testimonianze degli scalpellini di Cènova (XIV-XV secolo - da visitare il sito museale recentemente inaugurato nell'omonima frazione del Comune di Rezzo) sono visibili ancora oggi in tutta la Valle della Giara, ma anche a Mendatica e Montegrosso Pian Latte; gli affreschi di Pietro Guido da Ranzo (XV-XVI secolo) decorano le pareti del Santuario di Rezzo, della Chiesa di Santa Margherita a Mendatica e di altri edifici sacri del Ponente Ligure; l'arte di Giovanni Canavesio (XV secolo) si mostra nella Chiesa di San Bernardino di Triora e nel maestoso polittico della Parrocchiale di Pigna, che conserva anche un rosone in marmo bianco firmato da Giovanni Gaggini da Bissone (XV secolo).